Lo scivolone dell’avvocato Foti sull’abuso di ufficio: “E’ come dire che il Papa crede in Allah”

La solidarietà è come l’avviso di garanzia: non si nega a nessuno. Per un amministratore, un politico, vantare di essere stato destinatario di una comunicazione giudiziaria, di questi tempi, è talvolta un motivo di vanto.

Nulla da dire, dunque, rispetto alla vicinanza e alla solidarietà espressa dal sindaco di Avellino, Paolo Foti, nei confronti del Comandante della Polizia Municipale rinviato a giudizio per abuso di ufficio e tentata concussione.

Da parte del Sindaco, del resto, c’è empatia con il comandante Arvonio avendo voluto sottolineare: “Pure io sono un rinviato due volte a giudizio”.

C’è una dichiarazione rilasciata da Foti, laureato in giurisprudenza, da più parti ritenuta “azzardata” (eufemismo): “Il Comandante non ha commesso reati contro la pubblica amministrazione, cioè non gli vengono addebitati reati di quel genere che creerebbero un serio problema”. (LEGGI QUI)

Un avvocato che ha contattato la nostra redazione, ritenendo che vi fosse un errore di trascrizione dell’intervista, giudicando “impensabile” che il Sindaco di Avellino avesse detto quella frase: “L’abuso di ufficio è un reato che tutela proprio il buon andamento e l’imparzialità della pubblica amministrazione. Affermare il contrario è come dire che il Papa crede in Allah. Ecco se il Sindaco avesse detto che il Papa è un musulmano sarebbe stato meno eclatante che affermare: l’abuso di ufficio non è un reato contro la pubblica amministrazione”, ha dichiarato il nostro interlocutore.

Non c’è bisogno di essere un principe del Foro, dunque, per capire che l’abuso d’ufficio è proprio un delitto contro la pubblica amministrazione.

Su questa difesa a spada tratta, tanto da incorrere pure in un marchiano errore da parte del Sindaco, daranno battaglia i consiglieri comunali sostenendo che, per motivi di opportunità, il Comandante andrebbe destinato ad altro incarico. Mantenere un comandante della polizia municipale, rinviato a giudizio per fatti gravissimi e per reati commessi nella qualità di pubblico ufficiale, contro la p.a. – a detta dei rappresentanti delle opposizioni – sarebbe imbarazzante.

Il Comune di Tufino, attraverso il sindaco Ferone, intanto, pare intenzionato a costituirsi parte civile contro Arvonio nel processo che inizierà il 24 gennaio 2018.

 

 

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