Avellino, arresto Capo Ispettorato del Lavoro: nuovi sviluppi e altri indagati

Nuovi sviluppi potrebbero emergere dall’interrogatorio di garanzia di Renato Pingue, previsto per oggi.

Sotto attenzione non solo la “Antonio Capaldo spa”, il suo legale rappresentante il 77enne Gerardo Capaldo e Giovanni Attanasio della la “Natana.doc”, oltre al Pingue (nella foto).

Ci sarebbero altre persone nei confronti delle quali potrebbero essere emessi provvedimenti da parte della magistratura avellinese.

Il Capo dell’Ispettorato Regionale del Lavoro era direttore facente funzioni della direzione territoriale del lavoro di Avellino, all’epoca dei fatti contestati.

Per il 62enne funzionario di origini beneventane, arrestato ed attualmente ai domiciliari, è stata attuata la sospensione dall’incarico.

RESPONSABILI

La vicenda, per la quale è stata emessa una ordinanza, da parte del Giudice per le Indagini Preliminari dottor Fabrizio Ciccone, riguarda sia l’ex Direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Avellino che alcuni imprenditori.

Sono emersi particolari di cui si era molto parlato, in passato. C’erano stati pure interventi del Sindacato (LEGGI QUI)

I fatti, che hanno  destato molto scalpore, potrebbe registrare ulteriori sviluppi e fare emergere eventuali nuove responsabilità da parte di soggetti.

Ci sarebbero altri indagati, oltre al Pingue e i rappresentanti della Capaldo SpA e della Natana.Doc.

Lenta ma inesorabile, la giustizia sta facendo il proprio corso.

Un pò per volta si arriverà a chiarire una storia che ha interessato sindacati, politici, imprenditori, operai, cooperative.

Gli indagati, secondo i rispettivi legali, sarebbero in grado di dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati.

DENUNCE

Secondo gli inquirenti, il Pingue avrebbe protetto le aziende sottoposte ai controlli facendo assumere il figlio Luca, ingegnere, per agevolare la fornitura di servizi con un’altra società.

Una ispettrice, l’architetto Valeria Santurelli che respinse i condizionamenti del Capo, sarebbe stata vittima di vessazioni e di un provvedimento disciplinare.

Tramite all’assistenza della rappresentante legale l’Unione Sindacale di Base del Pubblico Impiego, Daniela Mencarelli, l’11 febbraio del 2016 presentò un esposto alla Procura.

Sulla vicenda, il parlamentare di Sinistra Italiana, Giancarlo Giordano presentò una dettagliata interrogazione al Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

Il Ministro non rispose.

LAVORATORI

I magistrati intendono arrivare al cuore del problema, chiarire ogni posizione, fornire le dovute spiegazioni a gente che ha perso il posto di lavoro oppure ha dovuto accettare mortificanti buonuscite.

C’erano state intimidazioni o minacce per convincere qualche operaio ad accettare la liquidazione?

Erano personaggi che agivano autonomamente o su “delega”?

Ci sono poi le posizioni di funzionari e dipendenti dell’Ispettorato del Lavoro che all’epoca pure avrebbero ricevuto disposizioni “particolari”.

Per questo si prevedono sviluppi, attesi soprattutto da chi quelle situazioni ha vissuto direttamente.

Alcuni ex operai si sono trasferiti altrove, qualcuno s’è ammalato, qualche altro è morto di crepacuore, per il dispiacere, per le umiliazioni, per avere dovuto scegliere tra calpestare la dignità o andare via.

Famiglie che sono state condizionate, economicamente, e anche dal punto di vista morale.

 

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