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La città di Ariano si attiva per i celiaci |
La città di Ariano si attiva per i celiaci
Diffondere la conoscenza dell’intolleranza al glutine e migliorare la qualità della vita dei celiaci queste le finalità dell’Aic (associazione italiana celiaci) Onlus Campania, finalità che il Comune di Ariano intende condividere con una serie di iniziative. Intanto il Comune darà il proprio patrocinio per una campagna di sensibilizzazione in favore delle persone con intolleranze alimentari. Il Sindaco Antonio Mainiero e l’Assessore alla Sanità Giuseppe Mastandrea nei prossimi giorni incontreranno la presidentessa dell’Aic Campania Teresa D’Amato per sottoscrivere il protocollo che detta le norme relative alla manipolazione dei cibi senza glutine. L’iniziativa parte dalla Commissione Comunale Servizi Sociali e dal suo Presidente Antonio Della Croce. Uno degli obiettivi è quello di far si che ad Ariano Irpino, città dell’accoglienza e della ristorazione, vi sia la possibilità anche per le persone intolleranti al glutine di poter uscire con gli amici o con la famiglia e poter consumare un pasto o mangiare una pizza in un locale che preveda nel suo menù anche pietanze senza glutine. L’Aic sul proprio sito già propone un elenco di ristoranti e pizzerie di tutta Italia che preparano prodotti senza glutine. Sarebbe importante inserire anche Ariano Irpino. Ma già c’è chi si sta attivando concretamente. Pochi giorni fa si è riunito in contrada Frolice il comitato per la Festa della Pizza che ogni estate organizza un evento che richiama migliaia di persone. Dalla prossima edizione sarà proposta anche la pizza senza glutine. All’incontro oltre agli organizzatori e al consigliere Della Croce vi erano anche alcuni familiari di persone celiache che hanno immensamente apprezzato l’iniziativa. L’auspicio è che nel corso di sagre ed altre feste arianesi si possano degustare prodotti senza glutine in modo tale che chi vive questo problema si senta libero di godere l’estate e le vacanze senza condizionamenti. La celiachia è un problema molto più diffuso di quello che si possa pensare, colpisce, infatti, un italiano su 140.
