Armi da guerra per assaltare i portavalori: tutti i particolari del blitz

Tutto ha preso il via dalle indagini condotte dal Servizio Centrale Operativo e dalle Squadre Mobili di Salerno e Foggia, quest’ultima intervenuta nel territorio di Cerignola, ed avviate dopo la rapina ad un furgone portavalori commessa a Fisciano, a febbraio scorso. Ecco spiegata la competenza della Procura di Nocera Inferiore sulle indagini. Un commando assaltò un portavalori della società irpina Cosmopol tra gli svincoli di Montoro e Fisciano. I malviventi minacciarono gli agenti della vigilanza che erano a bordo del furgone blindato riuscendo a portare via 78mila euro. I banditi si dileguarono. Altre rapine ad aprile a Solofra e poi a Foggia. Un’altra rapina il 21 luglio agli Scavi di Pompei e una tentata rapina ad Acerra. Ulteriori attività investigative, intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di ricostruire la struttura organizzativa della banda. Era già pronto un altro assalto armato da compiere in Germania. 

Diciannove le persone bloccate nelle province di Salerno, Foggia, Napoli (in particolare a Somma Vesuviana e Acerra), Verona e anche in Germania nel lander della Ranania-Palatinato, perché gravemente indiziate di far parte di un’associazione per delinquere transnazionale, dedita prevalentemente alle rapine a furgoni portavalori e in danno di istituti di credito, commesse con l’uso di armi, anche da guerra. L’operazione, denominata Last Day, è stata condotta dalla Polizia di Stato, con il supporto delle Autorità di polizia tedesche, in seguito all’ordinanza (custodia in carcere per 9 persone, arresti domiciliari per 8, l’obbligo di dimora e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria rispettivamente per 2), emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Nocera Inferiore.  

Presenti alla conferenza di questa mattina il dottore Fabbrocini del Servizio Centrale Operativo, il Questore Pasquale Errico, il dottore Antonio Centore a capo della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, il collega Gianpaolo Nuzzo, la Squadra Mobile con la dottoressa Cicciotti, la Questura di Foggia e la Polizia tedesca, presente con un funzionario della Polizia Criminale. In video conferenza, presente anche Eurojust, con il dottore Filippo Spiezia. In totale, gli indagati sono ritenuti responsabili di 5 rapine una delle quali tentata, commesse anche con l’utilizzo di armi da guerra (kalashnikov), nelle province di Salerno, Avellino, Foggia e Napoli.

Le persone raggiunte da misure cautelari sono 9 originarie di Foggia, 5 della provincia di Napoli, 3 dell’Agro Nocerino Sarnese. Quasi tutte hanno precedenti specifici per rapina. Sembrava che i banditi avessero preso di mira Verona ma in realtà era solo una testa di ponte per operare in Germania sfruttando anche un basista che era un dipendente della Cosmopol. Proprio in Germania era programmata la rapina più importante che avrebbe dovuto portare ad un bottino milionario. Questa organizzazione aveva anche un finanziatore e avevano acquistato pure maschere sceniche in silicone, di quelle che si usano nei film dell’orrore. Hanno agito con armi da guerra, in molte occasioni. Il finanziatore, S.D.R, è un soggetto che è stato condannato con sentenza passata in giudicato per una rapina – agosto 2008 – messa a segno a Vigliano Biellese con un bottino di 25 milioni di euro, mai recuperati. Un’altra persona, D.A. G., aveva una posizione centrale: ha continuato a girare per l’Italia, nonostante il controllo ricevuto con la scoperta di documenti falsi.

“Appena si è avuta contezza del luogo dove sarebbe avvenuta la rapina più importante, ha spiegato il Procuratore della Repubblica Antonio Centore, siamo subito intervenuti attraverso il canale di Eurojust, per il tramite del collega Filippo Spiezia che è capo della delegazione italiana. Questa idea è stata decisiva: c’è stato un cambio di passo nella collaborazione internazionale con la Germania. Abbiamo operato come corpo unico, una grande squadra. Abbiamo evitato che la rapina in Germania fosse prossima all’esecuzione, perché si è deciso di privilegiare l’ordine pubblico e la sicurezza, soprattutto perché si trattava di uno Stato estero. Negli assalti ai blindati non si usano mezze misure e uno scontro a fuoco avrebbe messo a repentaglio l’incolumità di altre persone”.

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