Processo calcioscommesse: chi ha proposto appello alla prima sentenza

Il termine dei sette giorni scadeva alla mezzanotte: la Procura Federale non ha proposto appello avverso la sentenza emessa lo scorso 12 aprile dal Tribunale Federale Nazionale in relazione al processo per il calcioscommesse della stazione 2013-14 per il quale erano stati deferiti diversi tesserati, quasi tutti all’epoca in forza all’Avellino.

Sia per i proscioglimenti di Fabio Pisacane, Luigi Castaldo, Raffaele Biancolino, Maurizio Peccarisi, del presidente Walter Taccone che per le condanne a 18 mesi inflitta ad Armando Izzo attualmente in forza al Genoa, di 5 anni a carico di Francesco Millesi e Luca Pini nonché per i due punti di penalizzazione a carico della società Torbellamonaca (con cui era tesserato Pini) e i tre punti di penalizzazione nei confronti dell’Avellino – la società è stata ritenuta responsabile, in primo grado, di responsabilità oggettiva per il presunto illecito di Millesi e l’omessa denuncia di Izzo.

L’accusa, dunque, non ha ritenuto di chiedere una rivisitazione della sentenza, considerando – a questo punto – valide le tesi difensive proposte dai legali delle parti interessate, quasi tutte rappresentate dallo studio dell’avvocato Edoardo Chiacchio per le posizioni di Castaldo, Biancolino, Arini, Pisacane e Avellino Calcio. Lo stesso legale napoletano ha però redatto il corposo appello per vedere ulteriormente ridotta la penalizzazione nei confronti dell’Avellino (l’accusa aveva inizialmente chiesto 7 punti rispetto ai 3 poi inflitti al club irpino), come pure hanno fatto l’avv. Dario Vannetiello che rappresenta Millesi e l’avv. Mattia Grassani chiamato ora a difendere il calciatore Izzo dopo l’interruzione del rapporto con l’avv. Antonio De Rensis.

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