Taccone programma da solo il futuro dell’Avellino calcio: tutti i dettagli

“Bisogna che tutto cambi, se vogliamo che nulla cambi”, così scriveva 70 anni fa Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo”.

Succede la stessa cosa nell’Avellino: doveva cambiare tutto in società, con la suddivisione delle quote tutto pronto, tutto fatto. E invece nulla cambia.

Vediamo cosa è successo nei sette giorni che avrebbero dovuto cambiare tutto nell’Avellino. Domani,  sarà chiuso il cerchio senza che sia cambiato nulla.

Dopo la sofferta salvezza raggiunta ed avere scongiurato il serio rischio dei playout e quindi di una possibile una retrocessione, il giorno successivo alla gara vinta con affanno contro il Latina, il presidente onorario Michele Gubitosa presenta un progetto dettagliato per reimpostare le procedure in casa Avellino sia a livello amministrativo-gestionale che a livello sportivo.

Il patron della Hs company dice di essere stanco dell’ assenza di programmazione, vuole partire per la prossima stagione con una programmazione seria ed all’altezza di una squadra di serie B con l’obiettivo di mantenere la categoria e puntare alla promozione in A entro due anni.

Il socio di maggioranza Taccone esamina il progetto e comunica al socio Gubitosa (20% del pacchetto azionario) che in due e con l’80% sulle sue spalle, proprio non ce la fa a rendere concreto quel progetto.

Gubitosa ha una soluzione pronta, rappresentata dal ingresso in società di un nuovo socio, Angelo D’Agostino, e suggerisce di suddividere il pacchetto azionario tra i 3 soci al 33% con un progetto serio e programmazione dettagliata per essere protagonisti in serie B e poi tentare il salto.

Lunedì 22 maggio, di buon mattino, Gubitosa e Taccone s’incontrato negli uffici della Diagnostica Medica al Corso Vittorio Emanuele: discutono dell’ipotesi proposta dall’imprenditore che Walter Taccone accetta senza nessuna osservazione.

Angelo D’Agostino viene contattato dai due soci e si fissa un appuntamento alle ore 15 per discutere di quella ipotesi, senza perdere tempo.

Gubitosa e Taccone coinvolgono D’Agostino nel progetto: 3 soci al 33% ricevendo l’accettazione del nuovo potenziale socio che chiede 5 giorni di tempo per fare i suoi conteggi.

Sempre quel lunedì si concordano importi economici: è tutto pronto, c’è solo da attendere i 5 giorni di riflessione di D’Agostino e consentire ai legali e quindi al notaio di stilare gli atti necessari. Quella giornata si conclude tra la soddisfazione generale.

Nemmeno trascorrono i 5 giorni richiesti, perché il giovedì mattina (ne sono trascorsi 4) Gubitosa e Taccone ricevono una telefonata da Roberto Di Gennaro, ex responsabile marketing dell’Avellino divenuto poi stretto collaboratore di D’Agostino, che chiede un incontro presso la concessionaria Mercedes di proprietà dell’imprenditore, lontano da occhi indiscreti, per concludere l’operazione.

Dopo più di un ora di riunione (D’Agostino, Di Gennaro, Gubitosa, Massimiliano e Walter Taccone) lo sponsor che ha deciso di entrare in società dice di essere pronto a firmare ogni documento.

Ed ecco il colpo di scena: Taccone non accetta le condizioni formulate quattro giorni prima invitando D’Agostino ad accollarsi almenoil 60% delle azioni anzichè rilevare il 33%.

L’imprenditore chiede di riflettere, si potrebbe pure fare ma, dinanzi ad un evidente maggiore esborso economico, ha bisogno di tempo per decidere mentre Gubitosa (doveva passare dal 20% al 33% ed essere in condizione paritaria con gli altri due soci) resta evidentemente spiazzato. Non si firma e quando gli ospiti lasciano gli uffici della concessionaria, trovano giornalisti e telecamere – per un incontro che doveva essere “segreto”, rilasciando dichiarazioni evasive.

Tutto rinviato ma in realtà si evidenzia una chiara una rottura tra Gubitosa e Taccone che ha spiazzato tutti.
Gubitosa avrebbe posto un ultimatum: Taccone accetti il progetto (3 soci al 33%) oppure vado via, non essendo indispensabile.

Taccone ignora ciò e possedendo l’80% delle quote sostiene di dettare le regole, sottolineando che è tutto in regola per la nuova iscrizione alla serie B dell’Avellino. Insomma, è pronto ad andare avanti anche senza D’Agostino e Gubitosa, rivelando di avere ben 5 cordate di potenziali soci pronte ad affiancarlo nella gestione societaria di cui preannuncia di volere comunque mantenere la carica di presidente, anche se dovesse divenire socio di minoranza. Annuncia pure di avere stilato il contratto di Novellino e che sarebbe pronto a sottoscrivere un prolungamento biennale (con tanto di lista di colpi di mercato alla mano).

Intanto D’Agostino, ingolosito dall’ipotesi di diventare il capo della società, pensa a rilevare la maggioranza.  Gubitosa, purtroppo per lui, deve rassegnarsi a prendere atto che il suo progetto è fallito e che l’Avellino può andare avanti senza di lui, visto che si ritroverebbe a essere – tra i tre possibili componenti del sodalizio – il socio di minoranza. Matura così la decisione di Gubitosa il quale annuncia di uscire dall’Avelino dicendo irrevocabilmente addio al calcio.

Rispetto ai fatti reali, la settimana si chiude con Gubitosa fuori dal mondo del calcio e Taccone da solo alla guida della società con varie opzioni da seguire:

1 – Andare avanti da solo, proseguendo così in massima serenità, essendo tutto a posto per la prossima stagione, anche il contratto per Novellino, come dichiarato dallo stesso Taccone;

2 – Cedere il pacchetto di maggioranza a D’Agostino e restare comunque nell’Avellino, possibilmente con la carica di presidente;

3 – Cedere ad una delle 5 cordate che, a differenza di D’Agostino, consentirebbe a Taccone di recuperare anche 3 milioni in più rispetto a quanto riceverebbe da D’Agostino.
Non c’è bufera sull’Avellino, contrariamente a quanto si voglia fare credere, tutto appare chiaro e con più progetti da valutare.

Nessun allarmismo, dunque. Domani si saprà quale delle tre precedenti ipotesi potrà concretizzarsi. In ogni caso resterà Walter Taccone saldamente nell’Avellino e questo rappresenta una garanzia perché, nonostante le critiche e le pressioni che si registrano sul web, l’imprenditore della sanità è l’unico superstite di quel quartetto che il 4 agosto 2009 iscrisse l’ASD Avellino in serie D ripartendo da zero, dopo il fallimento e l’azzeramento della gloriosa Unione Sportiva Avellino 1912. Sono passati soci, presidenti, amministratori Walter Taccone resta l’unico comune denominatore del nuovo Avellino, quello risalito dalla D alla B che affronterà per il quinto anno consecutivo. Metterne in discussione l’operato sarebbe offensivo, comprendere la sua voglia di restare alla guida di una sua “creatura” appare legittimo.

Taccone non lascerà morire questa sua “creatura”, è certo, nonostante le critiche e le malignità è sempre rimasto sul ponte di comando, lo è da otto anni e nella storia ultracentenaria dell’Avellino nessuno è rimasto quanto lui. Se ne facciano una ragione i detrattori e quanti si affannano a invocare il cambiamento. La storia dell’Avellino insegna che, chi è arrivato dopo, ha quasi sempre fatto rimpiangere chi c’era prima. Con l’unica eccezione costituita da quella attuale: Taccone e chi finora lo ha accompagnato, non hanno fatto rimpiangere i loro predecessori.

 

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