Vignola-Friscuolo, nessuna pressione per far rimuovere il comandante dei carabinieri

Il fatto era esploso nell’ottobre del 2016. Intercettazioni telefoniche tra il sindaco Pd Michele Vignola e l’ex senatore, ex assessore regionale e componente della segreteria campana dem Enzo De Luca.

In piena emergenza tetracloroetilene, le intercettazioni risalgono al marzo 2014, il sindaco avrebbe chiesto a De Luca di fare rimuovere il comandante della stazione cittadine dei carabinieri il luogotenente Giuseppe Friscuolo che stava indagando sull’inquinamento.

Indizi, secondo il procuratore capo di Avellino dott. Rosario Cantelmo, delle manovre di Vignola “per intervenire su politici avellinesi di primo piano per far trasferire il comandante evidentemente troppo attivo nelle indagini”. Indagini che secondo la Procura danno fastidio a un sindaco che “più che preoccuparsi della contaminazione della falda idropotabile del suo Comune, sia preso essenzialmente dal problema di non scontentare il potente ceto dei conciatori solofrani, costituente il suo bacino elettorale”.

Le telefonate tra Vignola e De Luca in cui si discute di come ‘arrivare’ al Ministro si intensificano con l’avanzare delle indagini, culminate nel sequestro di due pozzi idropotabili di Solofra.

Il comandante non è stato trasferito ed è ancora al suo posto, non ci sono tracce che De Luca abbia davvero provato a fare pressioni sul ministro Pinotti e il pm propende per la tesi che l’ex senatore abbia solo millantato per rabbonire il suo interlocutore e collega di partito. 

De Luca e Vignola (nel video il primo cittadino di Solofra si difende dalle accuse ndr)  negarono con forza ogni addebito.

Nelle scorse ore con l’archiviazione della posizione del sindaco nell’inchiesta sui pozzi da tetracloroetilene è stato mandato in soffitta anche il caso delle telefonate tra Vignola e De Luca. Il gip ha archiviato in quanto non vi è alcuna ipotesi di reato.

 

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