Lega, Beretta in pole position

Lega, Beretta in pole position
La data del 30 aprile potrebbe rappresentare una tappa storica per la Lega Calcio. Perché durante l’assemblea generale di fine mese, 19 club di serie A (ad eccezione del Lecce, in polemica con la classe arbitrale) porteranno all’ordine del giorno il nuovo regolamento. Se questo verrà approvato, si p…

Lega, Beretta in pole position

La data del 30 aprile potrebbe rappresentare una tappa storica per la Lega Calcio. Perché durante l’assemblea generale di fine mese, 19 club di serie A (ad eccezione del Lecce, in polemica con la classe arbitrale) porteranno all’ordine del giorno il nuovo regolamento. Se questo verrà approvato, si procederà immediatamente alla votazione del futuro presidente di Lega. E dopo anni, almeno venti, di dominio più o meno incontrastato da parte di Antonio Matarrese, il Palazzo del calcio potrebbe voltare pagina e dotarsi di una nuova figura esterna, peraltro nemmeno legata in passato agli ambienti del pallone, già ribattezzato come un autentico manager della Lega. Si tratta di Maurizio Beretta, 54 anni, milanese di nascita ma residente a Roma, ex direttore generale di Confindustria e uomo di fiducia di Luca Cordero di Montezemolo. Personaggio in vista e ben sponsorizzato, ha subito ricevuto il benestare dei presidenti di A, fra cui Galliani, Cobolli Gigli e Preziosi, che lo hanno incontrato nei giorni scorsi. L’alternativa a Beretta – o a Matarrese, che comunque non ci sta a perdere la poltrona ed ha annunciato la propria candidatura – è il commissariamento. E in seguito, una probabile scissione fra i club di serie A e quelli di B, eventualità che i cadetti vorrebbero evitare perché sarebbe foriera di disastri economici terribili per le loro casse. «Sono onorato di questa investitura e ringrazio i presidenti – sostiene Beretta – il mondo del calcio è uno straordinario settore, distintivo del made in Italy di un’Italia che funziona e va avanti». In mezzo alla disfida fra Beretta, Matarrese e il nuovo regolamento, c’è di mezzo la B. Che ancora si trova in contrasto con la serie A perché vuole che il prodotto della cadetteria non venga sminuito e soprattuto ambisce alla fonte di introiti garantita dal marketing commerciale e dai diritti televisivi. Per non rimanere tagliate fuori, le società di B hanno accettato di utilizzare un voto ponderato con rapporto 40-60 in favore della A. «Ci è stato chiesto di fidarci della serie A – dice il presidente dell’Albinoleffe Andreoletti che rappresenta la serie B – e noi lo faremo. Per questo non abbiamo nessun candidato e non abbiamo una preferenza fra Matarrese e Beretta». In realtà Antonio Matarrese non si arrende e conta con forza proprio sui voti della B. Perché spera che il 30 aprile non si arrivi ad un accordo sul regolamento e che questo dunque non venga approvato. Matarrese ipotizza il commissariamento della Lega, e in quel caso potrebbe spuntare il nome di Franco Carraro. Ipotesi al momento remota, perché Carraro ha ribadito di aver chiuso con il calcio. A Roma circola il nome di Giovanni Malagò, presidente del comitato organizzatore dei mondiali di nuoto. Dopo il commissariamento le leghe di A e B andrebbero a dividersi, necessitando di un presidente ciascuna. E allora Beretta andrebbe alla A e Matarrese alla B. Non è detto che la questione si risolva così, ma perlomeno è l’ultimo respiro di un personaggio che, a farsi da parte, proprio non ci riesce. Matarrese è entrato nelle stanze dei bottoni calcistiche nel 1982, prima alla Lega, poi alla Federcalcio e infine di nuovo in Lega a inizio millennio come vicepresidente vicario di Galliani, una carica creata appositamente per lui. Ma forse stavolta la sua lunga era al comando è davvero giunta alla conclusione.

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