D’Ercole: “Campania, un disastro infinito”

D’Ercole: “Campania, un disastro infinito”
“Campania: un’emergenza senza fine. Anzi, no, un disastro infinito”. E’ quanto sottolinea il Capo dell’opposizione in Consiglio Regionale, Francesco D’Ercole, a proposito delle polemiche scatenatesi attorno alla balneabilità e, quindi, alla fruibilità del nostro mare. “Fino all’anno scorso, a mette…

D’Ercole: “Campania, un disastro infinito”

“Campania: un’emergenza senza fine. Anzi, no, un disastro infinito”. E’ quanto sottolinea il Capo dell’opposizione in Consiglio Regionale, Francesco D’Ercole, a proposito delle polemiche scatenatesi attorno alla balneabilità e, quindi, alla fruibilità del nostro mare. “Fino all’anno scorso, a mettere in fuga i turisti – continua – erano le montagne di rifiuti placidamente distese lungo le nostre strade, quest’anno, invece – che grazie al governo di centrodestra siamo riusciti a porre fine a tale ultradecennale obbrobrio – a mettere in crisi: turismo, economia e quotidianità campane è arrivato l’inquinamento del mare. E quel che è peggio è che, quest’anno, a differenza dell’emergenza rifiuti evidente a tutti, sulla qualità e la balneabilità delle nostre acque regna la più totale confusione. Tant’è che se, l’assessore regionale al turismo, Walter Ganapini, asserisce “non mi bagno a Napoli, nelle acque dove scaricano le fogne”, il neo direttore generale dell’Arpac (Agenzia regionale per la protezione ambientale), Gennaro Volpicelli, ribatte che l’allarme è sproporzionato ed ingiustificato, perché il livello d’inquinamento non è cresciuto e che sui complessivi 398 km di coste campane soltanto 81 non sono balneabili e, aggiunge, “sono gli stessi dell’anno scorso”. Sarà anche così, ma la molteplicità degli allarmi e la loro diversificata provenienza, farebbero obiettivamente pensare al contrario”. “Sarebbe, allora, il caso – aggiunge il leader dell’opposizione che gli addetti ai lavori: assessore al turismo e responsabile Arpac, innanzitutto, dicessero come effettivamente stanno le cose. Per non ingenerare ulteriori preoccupazioni e, soprattutto, per tutelare la salute tanto dei cittadini-bagnanti, quanto dei turisti”. “Sarebbe anche opportuno che, sempre gli stessi addetti ai lavori – rileva – per chiarezza e. soprattutto, correttezza nei confronti dei nostri corregionale, ci dicessero: 1) se, in considerazione della notevole presenza di vermi nella sabbia delle nostre spiagge, sulla qualità del mare di oggi, pesa – e se si in quale misura – la lunga emergenza rifiuti degli anni scorsi; 2) come mai i depuratori – che, laddove esistono, per la loro realizzazione hanno richiesto investimenti enormi e, per la loro gestione, richiedono sacrifici economici non indifferenti – non funzionano o funzionano poco e male ed, in qualche caso, lo fanno al contrario: anziché depurare, inquinano? 3) come mai ci sono ancora comuni (secondo l’Arpac, sarebbero ben 61) che, anziché sversare nei depuratori, sversano direttamente a mare?”. “Tutto ciò, senza dire – conclude D’Ercole – che preferiremmo che Ganapini, anziché farci sapere se si tuffa o meno nelle acque napoletane, ci dicesse cosa intende fare, per risolvere questo problema che non aiuta di certo la nostra regione e la sua economia a crescere, ma le deprime ulteriormente. Impendendo la fruibilità del mare e peggiorando anche la qualità della vita nella nostra regione. Bellissima, ma sfortunata, quante altre mai”.

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