Capone confermato ai vertici di Unioncamere

Capone confermato ai vertici di Unioncamere
Prestigioso riconoscimento per il presidente della Camera di commercio di Avellino, Costantino Capone, che è stato riconfermato vice presidente di Unioncamere nazionale. E’ stata, infatti, completata ieri a Roma la squadra di governo che guiderà Unioncamere nei prossimi tre anni. A rappresentare il…

Capone confermato ai vertici di Unioncamere

Prestigioso riconoscimento per il presidente della Camera di commercio di Avellino, Costantino Capone, che è stato riconfermato vice presidente di Unioncamere nazionale. E’ stata, infatti, completata ieri a Roma la squadra di governo che guiderà Unioncamere nei prossimi tre anni. A rappresentare il settore del commercio Costantino Capone e Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste. Il Consiglio generale dell’Unione delle Camere di Commercio ha eletto gli altri sei vice presidenti, due per il settore dell’artigianato, due per l’industria, uno per l’agricoltura e uno su nomina diretta del Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. Nel complesso sono stati nominati vicepresidenti: Costantino Capone (Avellino) Ivan Lo Bello (Siracusa), Federico Tessari (Treviso), Pasquale La Morte (Potenza), Carlo Longo (Prato), Ferindo Palombella (Viterbo), Carlo Alberto Roncorati (Ferrara). La riconferma al vertice nazionale di Unioncamere premia il lavoro svolto da Capone all’interno della struttura pubblica nazionale che ha il compito di rappresentare e di curare gli interessi generali delle Camere di Commercio italiane nei confronti di tutti gli interlocutori istituzionali di livello locale, regionale, nazionale e sovranazionale. Soddisfazione viene espressa dal presidente Costantino Capone che avverte su di sé il peso di una responsabilità importante, quella di farsi portavoce delle istanze che arrivano dal territorio ed essere cassa di risonanza delle esigenze della categoria al tavolo nazionale ed internazionale. «Anche come vicepresidente nazionale di Unioncamere – afferma Capone – l’obiettivo che mi pongo, come una vera mission, sarà principalmente quello di sostenere a pieno il tessuto imprenditoriale che sono chiamato a tutelare, in un’ottica di valorizzazione del made in Italy, di promozione e diffusione dell’innovazione tecnologica e di rilancio della ricerca. E inoltre considero prioritario lavorare per la riduzione del peso della burocrazia sulle imprese, dando priorità all’attuazione dello Sportello Unico. Inoltre, mi attiverò per venire incontro al problema del credito che resta assolutamente fondamentale in un’ottica di ripresa economica. Infine, le infrastrutture che rappresentano una vera emergenza se si vuol davvero lavorare seriamente sul terreno dello sviluppo». Ovviamente attenzione puntata sul Mezzogiorno, sulle aree interne e anche sull’Irpinia. «In un momento molto delicato – continua il presidente Capone – caratterizzato da una congiuntura internazionale sfavorevole, abbiamo l’obbligo di tutelare quelle aree che potrebbero risentire maggiormente della recessione internazionale. Proprio per questo vanno individuati tutti gli strumenti che possano essere di sostegno e di aiuto per il tessuto imprenditoriale, soprattutto quello del Mezzogiorno d’Italia. Questa dovrà essere una priorità dalla quale non dobbiamo mai allontanarci e alla quale dobbiamo lavorare con abnegazione». E poi il metodo che va individuato, un metodo di lavoro su basi scientifiche che consenta di ottenere risultati efficaci. «Gli studi di Unioncamere – continua Capone – con l’analisi statistico – economica del tessuto imprenditoriale e dei fabbisogni professionali delle imprese sono indispensabili ad individuare gli interventi più adeguati per uscire dalla situazione di crisi che sta attanagliando il Paese. Solo attraverso una conoscenza capillare e fondata su dati reali, si potranno immaginare le strategie più calzanti per dare respiro all’economia. Quella che immagino, dunque, è una exit strategy che consenta ad un settore trainante, come quello del commercio, di uscire dalle sabbie mobili di una recessione galoppante, una recessione che non deve intimorirci ma che dobbiamo comunque fronteggiare a dovere».

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