Gdf, sequestrati 147 suini e piantine di canapa

Gdf, sequestrati 147 suini e piantine di canapa
Nella mattinata di ieri c’è stato un vero e proprio blitz: le Fiamme Gialle hanno fatto irruzione sulle colline di Montoro Inferiore (AV), in un casale immerso nel verde, unitamente a funzionari del Servizio Veterinario della locale Azienda Sanitaria Locale. All’atto dell’intervento i finanzieri si…

Gdf, sequestrati 147 suini e piantine di canapa

Nella mattinata di ieri c’è stato un vero e proprio blitz: le Fiamme Gialle hanno fatto irruzione sulle colline di Montoro Inferiore (AV), in un casale immerso nel verde, unitamente a funzionari del Servizio Veterinario della locale Azienda Sanitaria Locale. All’atto dell’intervento i finanzieri si son trovati innanzi un vero e proprio allevamento di suini, animali che erano ivi allevati o comunque detenuti in assenza delle prescritte autorizzazioni sanitarie (in quanto allevamento sconosciuto al Servizio Veterinario, i suini non risultavano esser stati sottoposti ad alcun tipo di profilassi e gli stessi erano pertanto privi della certificazione sanitaria prescritta dalla normativa vigente ed in particolare di quella per la sorveglianza della peste suina). Complessivamente si trattava di 147 capi e, più nel dettaglio, di 110 suini magroni, di un verro, di 4 scrofe, di 29 lattonzoli e di 3 cinghiali. Tutti gli animali venivano sottoposti a sequestro sanitario ed, in merito, il Servizio Veterinario avviava sin dalla giornata di ieri gli specifici controlli sanitari che, mediante esecuzione di prelievi e di analisi del sangue, sono destinati a verificare l’eventuale presenza capi malati, elemento fondamentale per le successive decisioni sulla destinazione dei capi sequestrati. Il gestore dell’allevamento veniva identificato per tale R.C. (di anni 53), nato a Montoro Inferiore (AV) ed ivi residente titolare di una attività di commercio di suini. Nei suoi confronti, oltre alla denuncia connessa all’attività di allevamento (a mezzo della quale “integrava” i numero dei capi posti in vendita), scattava altresì una ulteriore segnalazione all’autorità giudiziaria per violazione alle norme di tutela ambientale in relazione a quanto previsto per lo smaltimento di acque reflue derivanti da attività zootecnica ai sensi del D.P.R. nr. 152/2006. Dopo aver notato infatti che dalla struttura adibita ad allevamento uscivano veri e propri scarichi (uno conduceva direttamente sul suolo ed altri due, attraverso una rudimentale tubazione lungo il sottostante pendio, in un canale a cielo aperto che confluiva in un torrente a valle), i militari richiedevano seduta stante l’intervento dei funzionari dell’A.R.P.A.C. per l’acquisizione del parere tecnico sulla correttezza dello smaltimento degli effluenti da allevamento. I tecnici, oltre a constatare come i parte dei suddetti liquami avessero invaso un’area di circa 100 mq. di un terrazzamento sottostante la struttura, confermavano che quanto rilevato non era conforme alle disposizioni regolanti l’utilizzo agronomico degli effluenti da allevamento. L’area veniva posta sotto sequestro per violazione alle norme sullo smaltimento e l’immissione sul suolo e nelle acque di liquami. Nella prosecuzione dell’attività i finanzieri, ciliegina sulla torta, venivano individuate anche due piccole porzioni di terreno di circa 15 metri quadri ciascuna stranamente circoscritte da lamiera ed occultate da folta vegetazione: all’interno due piccole piantagione “fai da te” per un totale di ben 29 piante di canapa indiana. Anche la sostanza stupefacente così rinvenuta veniva sottoposta a sequestro, a disposizione dell’A.G., per l’esecuzione delle prescritte analisi di laboratorio tese alla determinazione della percentuale di principio attivo in esse contenuto: il suddetto R.C. vedeva pertanto allungare l’elenco dei reati a lui ascritti con i reati di cui all’articolo 73 del D.P.R. nr. 309/1990 che sanziona la coltivazione si sostanze stupefacenti e psicotrope. Dopo l’interessamento del magistrato di turno, oltre ai suddetti sequestri l’operazione di servizio di concludeva con la denuncia a piede libero del suddetto R.C. per i reati sopra elencati, e la segnalazione anche della madre, tale R.F., per le violazioni alle norme di tutela ambientale, in quanto titolare del fondo.

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