Crisi Defiam: operai chiedono commissariamento comuni morosi

“I sottoscritti Pisano Giulia , nata ad Avellino il 25.05.1978, Masucci Raffaele, nato ad Avellino il 11.06.1991 e Capone Giuseppe nato a Ginevra (Svizzera) il 08.08.1966, nella qualità di rappresentanti sindacali dei lavoratori impiegati presso la De.Fi.Am. srl, azienda operante nel settore dei rifiuti e corrente in Serino (AV), espongono quanto appresso”. Lo si legge in una denuncia inviata ai carabinieri. “Premesso – si aggiunge – che l’Azienda presso la quale prestiamo la nostra attività lav…

“I sottoscritti Pisano Giulia , nata ad Avellino il 25.05.1978, Masucci Raffaele, nato ad Avellino il 11.06.1991 e Capone Giuseppe nato a Ginevra (Svizzera) il 08.08.1966, nella qualità di rappresentanti sindacali dei lavoratori impiegati presso la De.Fi.Am. srl, azienda operante nel settore dei rifiuti e corrente in Serino (AV), espongono quanto appresso”. Lo si legge in una denuncia inviata ai carabinieri. “Premesso – si aggiunge – che l’Azienda presso la quale prestiamo la nostra attività lavorativa versa in una notevole crisi finanziaria , che le impedisce di provvedere al pagamento delle spettanze dovute ai propri dipendenti , che difatti da diversi mesi non percepiscono lo stipendio e addirittura sono costretti a fare i conti con i sempre più concreti rischi di riduzione del personale , sembrerebbe , da notizie attinte dai mezzi di informazione locali , che diversi Comuni della Provincia di Avellino abbiano accumulato , sul versante rifiuti , debiti di dimensioni eclatanti nei confronti degli operatori economici del settore , soprattutto della provincializzata IpiniAmbiente spa , che , per tale ragione , oggi vive una profonda crisi di liquidità che non le consente di onorare gli ingenti debiti accumulati nei confronti delle Aziende di settore, come la De.Fi.Am.. Questa situazione ci spinge a svolgere alcune riflessioni da cui scaturisce una circostanziata denuncia agli organi intestati. Tutti questi Comuni morosi ritengono che hanno puntualmente riscosso i proventi della TARSU , che sono destinati, per espressa previsione normativa (art. 11 c. 5ter della Legge 26/2010), a garantire la copertura integrale dei costi del ciclo integrato dei rifiuti, e che, evidentemente, sono stati impiegati per finalità differenti rispetto a quelle normativamente imposte. Nella persona dei loro amministratori e funzionari, pertanto, non si sono attenuti alle disposizioni di legge, e si sono resi responsabili, a titolo di colpa grave , dei maggiori esborsi , degli interessi moratori e delle spese legali che gli Enti stessi sostengono e continueranno a sostenere a causa dell’impossibilità giuridica e contabile di fronteggiare puntualmente i pagamenti dovuti , oltre che naturalmente della crescita esponenziale della crisi del sistema che sta coinvolgendo anche noi lavoratori. Appare infine anche singolare la mancata osservanza del decreto legge 195/2009 convertito nella legge 26/2010 recante “ Disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella Regione Campania” il quale prevede la nomina di commissari ad acta nei Comuni inadempienti rispetto alle loro obbligazioni contrattuali . Alla luce di tali considerazioni ci chiediamo se sussistono gli estremi di una responsabilità disciplinare , penale , amministrativa ed erariale di tali soggetti , e , in caso affermativo , chiediamo alle Autorità Giudiziarie competenti di accertare le responsabilità e di individuare i responsabili, riservandoci la facoltà di costituzione di parte civile negli eventuali instaurandi procedimenti “.

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