“Mentre scorrono inesorabili i giorni verso le elezioni politiche tra appelli al voto utile e tentativo di salvataggio delle banche, mentre la politica politicante fa finta di girare il territorio per raccattare voti gli operai della Irisbus ritornano a incatenarsi davanti ai cancelli per far sentire la loro voce. Questa è la peggior campagna elettorale della storia della Repubblica dove si tenta sempre di pensare ad altro e mai provare a discutere di un piano serio per l’economia che possa riso… |
“Mentre scorrono inesorabili i giorni verso le elezioni politiche tra appelli al voto utile e tentativo di salvataggio delle banche, mentre la politica politicante fa finta di girare il territorio per raccattare voti gli operai della Irisbus ritornano a incatenarsi davanti ai cancelli per far sentire la loro voce. Questa è la peggior campagna elettorale della storia della Repubblica dove si tenta sempre di pensare ad altro e mai provare a discutere di un piano serio per l’economia che possa risollevare le sorti del Paese”. E’ quanto afferma Roberto De Filippis di Rifondazione Comunista – Rivoluzione Civile.
“Come sempre quasi nessuno ha risposto all’invito dei lavoratori dello stabilimento di Valle Ufita visto che fino ad ora ci siamo solo noi mentre altri, intenti a chiudere il voto utile per le loro personali sorti, preferiscono disertare. Apprezziamo invece la presenza dei grillini di Napoli (quelli di Avellino evidentemente non sanno cosa è la Irisbus e dove si trova la Valle Ufita) che si presentano solo in campagna elettorale, e forse vogliono venire a spiegarci come l’abolizione dei sindacati (proposta fatta dal loro Duce supremo) possa far ritornare gli investimenti in questo lembo di territorio. Noi questa mattina tra gli operai ci troviamo a nostro agio perché ci siamo sempre stati dal primo giorno e perché la presenza di Rifondazione Comunista nella lista di Antonio Ingroia è garanzia di difesa del lavoro e della giustizia sociale. Con altri operai candidati in posizione apicale porteremo il lavoro e i lavoratori in parlamento convinti che questa volta non serve delegare ma partecipare”, conclude De Filippis.