“Le ferrovie dimenticate in un terra vittima dell’oblio”

Ecco la nota del “Comitato No Trivellazioni Petrolifere in Irpinia”: “Tante, forse troppe sono le vertenze che incominciano a segnare la vita dell’Irpinia: la recessione economica, la fine del sogno dell’industrializzazione, il problema dei rifiuti, le ricerche petrolifere. Un elenco impietoso di scempi mossi senza ritegno e purtroppo vissuti, quasi remissivamente, da una comunità sfiduciata e senza guida.
In questo quadro impietoso appaiono come folgoranti raggi di sole le iniziative di po…

Ecco la nota del “Comitato No Trivellazioni Petrolifere in Irpinia”: “Tante, forse troppe sono le vertenze che incominciano a segnare la vita dell’Irpinia: la recessione economica, la fine del sogno dell’industrializzazione, il problema dei rifiuti, le ricerche petrolifere. Un elenco impietoso di scempi mossi senza ritegno e purtroppo vissuti, quasi remissivamente, da una comunità sfiduciata e senza guida.
In questo quadro impietoso appaiono come folgoranti raggi di sole le iniziative di pochi gruppi che, estremamente appassionati, rilanciano e promuovono iniziative e anche proteste finalizzate alla valorizzazione e salvaguardia del territorio.
Tra di loro l’associazione in_loco_motivi che da anni si è attivata per sostenere la tutela e il rilancio dell’antica tratta ferroviaria Avellino-Rocchetta S.Antonio, inspiegabilmente sospesa e poi soppressa. In occasione della VI Giornata Nazionale delle ferrovie dimenticate prevista per domenica 3 marzo l’associazione proporrà un viaggio lungo il tracciato abbandonato con una sosta simbolica sotto il ponte in ferro di Lapio per lanciare un appello alle istituzioni affinché restituiscano dignità alla storia della ferrovia e soprattutto progetti di rilancio e sviluppo in chiave turistica.
L’occasione di questo viaggio sarà anche una testimonianza di dissenso e protesta contro gli scempi ambientali subiti dall’Irpinia e contro le dissennate scelte di politica energetica che vogliono fare di questo angolo dell’Appennino una terra di sfruttamento e di inquinamento.
Il petrolio in Irpinia significherebbe stravolgere gli equilibri ambientali, mettere a repentaglio l’eco sistema delle acque e delle culture di qualità, portare deserto dove c’è vita nel nome di interessi alti ed insensibili che finirebbero per distruggere quanto di bello la natura ci ha regalato.
Un viaggio quindi nella memoria ma soprattutto carico di speranza e di buoni auspici per il futuro di questa Irpinia che ancora sogna e soprattutto lotta per un futuro migliore”.

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