Poste a giorni alterni: chiusura rinviata al 2014

I DISAGI – Graziati, ma solo per un altro anno, gli uffici postali periferici inseriti nella seconda black-list stilata da Poste Italiane. E così tutti quelli che a giugno avrebbero dovuto abbassare per sempre la serranda continueranno a funzionare per un anno ancora, e sempre a giorni alterni. In Irpinia si tratta di Calore di Mirabella Eclano, Cassano Irpino, Parolise, Ponteromito, Rocca San Felice, Greci, Zungoli, Trevico, Monteverde, San Michele di Pratola Serra, Pila ai Piani, popolo…

I DISAGI – Graziati, ma solo per un altro anno, gli uffici postali periferici inseriti nella seconda black-list stilata da Poste Italiane. E così tutti quelli che a giugno avrebbero dovuto abbassare per sempre la serranda continueranno a funzionare per un anno ancora, e sempre a giorni alterni. In Irpinia si tratta di Calore di Mirabella Eclano, Cassano Irpino, Parolise, Ponteromito, Rocca San Felice, Greci, Zungoli, Trevico, Monteverde, San Michele di Pratola Serra, Pila ai Piani, popolosa contrada al confine tra i comuni di Frigento e Sturno. Sono sportelli miracolosamente scampati al primo blocco che ha chiuso i battenti lo scorso 28 dicembre, ad eccezione di Quaglietta di Calabritto, Castel del Lago e Starze di Summonte che hanno fatto ricorso al Tar di Salerno. Dei tre piccoli uffici postali solo Quaglietta è riuscito a spuntarla perchè sede disagiata e distanze oltre sette chilometri dal comune capoluogo, Calabritto. I ricorsi presentati invece dai rappresentanti amministrativi di Castel del Lago e Starze sono stati bocciati dal Tar: gli uffici però sono ancora aperti e funzionanti a pieno regime fino a quando la sentenza non sarà esecutiva. Altrove, gli sportelli a monoperatore sono stati soppressi tra lo sconcerto dell’utenza. E nemmeno i ricorsi presentati attraverso le varie associazioni dei consumatori hanno sortito al momento effetti positivi. Quelle comunità che si ritrovano però nella stessa condizione di Quaglietta di Calabritto potrebbero comunque appellarsi alla sentenza favorevole emessa dal Tar di Salerno, sentenza che diverrà a quel punto pilota. In mezzo alla confusione che c’è resta l’unico appiglio per i borghi isolati e svantaggiati, ed è il caso di Greci, Zungoli, Monteverde, Trevico dove i rispettivi sindaci da mesi si sono già attivati e mobilitati per scongiurare la chiusura degli sportelli postali. Nei mesi scorsi hanno aderito al movimento degli amministratori irpini coordinato da Luigi De Nisco, sindaco di Venticano, e Pasquale Giuditta, sindaco di Summonte, che hanno chiesto l’autorevole intervento e la mediazione del prefetto di Avellino, Umberto Guidato, per evitare la soppressione delle agenzie postali periferiche. Il piano nazionale di riordino di Poste Italiane, avallato dai sindacati e dal Ministero preposto, in realtà sta creando solamente disagi e mugugni nelle piccole comunità alle prese con una serie crescente di penalizzazioni e inefficienze. E’ la desertificazione che avanza mentre, poco alla voòlta, arretra la fiducia dell’utenza verso un servizio universale che sta diventando sempre più settoriale e particolare. Allo stato però possono tirare un sospiro di sollievo queste altre realtà irpine che per la seconda volta sono riuscite a scansare la scure postale e ad ottenere una proroga di altri dodici mesi. Questa sarà l’ultima: poi non ci saranno più appelli ma potrebbe esserci comunque un espediente per scamparla definitivamente. E l’espediente in questione è la sentenza di Quaglietta. In caso contrario i sindaci dei comuni interessati al secondo filone di chiusura dovranno studiare altre forme di protesta civile e mobilitazione per un piano che ha scompaginato un servizio sociale di pubblica utilità.

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