Fierro: “Primarie? Prima di tutto c’è il programma”

POLITICA AVELLINO – “E’ noto ed ho espresso pareri solo personali, che non vincolano in alcun modo nessuno] quale è il mio pensiero nei riguardi delle elezioni amministrative: prima il programma, quindi la coalizione che si riconosce nel programma, quindi una valutazione tra i partiti ed i gruppi che avranno sottoscritto il programma se esistono le condizioni per una scelta condivisa, una candidatura a sindaco di una personalità, su cui, per caratteristiche personali e politiche, si possa…

POLITICA AVELLINO – “E’ noto ed ho espresso pareri solo personali, che non vincolano in alcun modo nessuno] quale è il mio pensiero nei riguardi delle elezioni amministrative: prima il programma, quindi la coalizione che si riconosce nel programma, quindi una valutazione tra i partiti ed i gruppi che avranno sottoscritto il programma se esistono le condizioni per una scelta condivisa, una candidatura a sindaco di una personalità, su cui, per caratteristiche personali e politiche, si possa convergere tutti”. E’ quanto sostiene l’esponente del Partito Democratico, Lucio Fierro, in merito alle primarie del partito verso le comunali del capoluogo che si terranno il prossimo maggio.
“E, solo a questo punto, in mancanza di una scelta condivisa, primarie di coalizione che garantiscano che non si scelga un candidato solo perché espresso dalla più grande delle minoranze. Non mi appassiona, pertanto, il regolamento per eventuali primarie del solo PD che, per quanto mi riguarda, sarebbero una grave sconfitta della politica per la conseguenza, abbastanza scontata, di cui si colgono i segni nelle dichiarazioni di queste ore, di un PD che corra solo e dilacerato profondamente nel suo interno. Sarebbe una operazione rischiosa che può rinverdire i fasti delle primarie napoletane per il Comune o quelle, delle politiche, in città come Melito.
Ciò malgrado, proprio perché sensibile ai temi della moralità, sono costretto a rispondere a coloro che liquidano la norma prescelta come un trucco per far fuori dalle primarie un candidato scomodo. La norma non esclude proprio nessuno. Anche chi ha un fratello, scelto dalla politica e non certo per il possesso di competenze specifiche, amministratore di una società di proprietà interamente comunale e che, quindi, decade, all’elezione del nuovo consiglio comunale, può essere rispettata nella sostanza e nella forma con le dimissioni solamente anticipate di qualche settimana di chi oggi amministra l’ACS. E sarebbe un atto dovuto, sul piano morale, da un candidato che nei suoi punti programmatici propone di allargare l’ambito di azione di tale società allo spazzamento con l’assunzione di un centinaio di nuovi addetti…
Dove sta allora la moralità e dove l’immoralità? Se non avesse altro da pensare per l’Italia, sarebbe interessante rivolgere la domanda a Bersani, quel Bersani che, per dare risposte vere al rinnovamento della politica chiesta dal voto ha posto tra i punti del suo breve elenco di provvedimenti urgenti anche quello sulle incompatibilità ed ha persino sacrificato, sulla scelta del rinnovamento, candidature di politici non discussi, ma stimati e sperimentati, solo perché la gente non ne può più delle vecchie facce della politica”, conclude Fierro.

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