Guerriero: Chiarezza sul caso della provinciale 141

Guerriero: Chiarezza sul caso della provinciale 141
Mario Guerriero, Coordinatore di Sinistra Critica di Capriglia Irpina, in una nota giunta in redazione, esprime rammarico per la vicenda della strada provinciale 141, rimasta chiusa per ben 8 mesi. A seguire vi proponiamo il testo integrato del comunicato: “Molto spesso gli europei accusano noi ita…

Guerriero: Chiarezza sul caso della provinciale 141

Mario Guerriero, Coordinatore di Sinistra Critica di Capriglia Irpina, in una nota giunta in redazione, esprime rammarico per la vicenda della strada provinciale 141, rimasta chiusa per ben 8 mesi. A seguire vi proponiamo il testo integrato del comunicato: “Molto spesso gli europei accusano noi italiani di essere molto abili, di non saper mantenere ferma la barra su un idea o una parte politica, ma salire subito sul carro dei vincitori. Forse è vero visto che a Capriglia Irpina (che dell’Italia è solo un piccolo borgo sperso nell’Appennino) di questi episodi se ne vedono di continuo. In questi giorni è un coro unanime di soddisfazione e gioia per l’apertura del tratto stradale compreso tra il cimitero e piazza Municipio della Provinciale 141, arteria interessata da lavori di messa in sicurezza, iniziati all’indomani dell’evento franoso che l’aveva colpita. E non si può che essere soddisfatti dell’apertura dell’unica strada per l’accesso al centro storico del paese, la cui chiusura aveva obbligato le autorità a deviare il traffico per una stradina alternativa appesa alla ripida collina dove è posto il borgo, su cui far defluire il traffico in doppio senso, o solo per i mezzi di soccorso, è impresa a dir poco ardua. Oggi siamo tutti felici e sollevati per la riapertura della carreggiata che ci permette di raggiungere il paese in modo più semplice. Ma alcune cose sono da chiarire, o meglio da chiedere e da far chiarire al sindaco e soprattutto al vice-sindaco. Innanzitutto perché si parla di intervento tempestivo se ci sono voluti esattamente 8 mesi e 7 giorni per riaprire al traffico una strada interessata da uno smottamento della stessa intensità di quello che si è verificato ad sulla statale 88 nel comune di Altavilla, che però per il ripristino ci sono voluti 20 giorni invece dei nostri 8 mesi? In seconda analisi perché l’Amministrazione Comunale si fregia tanto di un opera la cui paternità e realizzazione non è sua ma dell’ente Provincia che già dalle prime ore del 3 gennaio, giorno dello smottamento, aveva messo a disposizione mezzi e uomini per lo sgombero e messa in sicurezza del tratto? E in terza e ultima analisi perché oggi si leva un coro di soddisfazione quando il 3 gennaio dinanzi ad un evento inaspettato e all’isolamento del comune di Capriglia al posto di lasciar spazio al lavoro e alla risoluzione del problema, si preferì rilasciare dichiarazione e interviste contro la Provincia e i suoi vertici per il sequestro effettuato dalla Magistratura di Avellino e dal pubblico ministero Cecilia De Angelis, del tratto di strada in costruzione tra la scuola elementare e il cimitero? In quella occasione l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Capriglia dichiarò che l’amministrazione stava costruendo un arteria alternativa perché si prevedeva un epilogo del genere. Dichiarazione degna di un mago o un sensitivo e non di un tecnico che deve governare l’esistente e non il metafisico. Perché in quei giorni si tentò ogni atto di ostruzionismo nei confronti del lavoro dei tecnici della Provincia? Perché si procedette ad una “diffida mediatica”, diffusa a mezzo stampa, dell’ente di piazza Libertà invitandolo a restare fuori da una vicenda che non gli competeva? Affermazione che ci sembra un po’ tendenziosa visto che la strada 141, che come dice lo stesso nome è provinciale e quindi quei lavori competevano alla Provincia che non aveva bisogno di nessun permesso per operare, costringendo lo stesso ente ad emanare una nota ufficiale per chiarire la questione. Quesiti che andrebbero quanto meno chiariti, e ci auguriamo, nell’interesse della cittadinanza, non in maniera faziosa e volgare ma in un civile dibattito da svolgere in paese, magari sbrigando una prassi civile che vede l’amministrazione comunale dialogare con i suoi cittadini”.

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