“Vocazioni territoriali, eccellenze e talenti per riscattarsi”

Piccoli comuni e nuovo modo di vedere alla creazione di ricchezza al centro del dibattito tenutosi ai Feudi di San Gregorio in occasione della presentazione del libro di Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera; con Luigi Famiglietti, deputato del Pd. All’iniziativa era presente anche Alessandra Bonfanti, responsabile nazionale di “Voler bene all’Italia”, poiché la presentazione era ispirata alla legge sui piccoli comuni presentata il 21 maggio da Realacci e Famigliett…

Piccoli comuni e nuovo modo di vedere alla creazione di ricchezza al centro del dibattito tenutosi ai Feudi di San Gregorio in occasione della presentazione del libro di Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera; con Luigi Famiglietti, deputato del Pd. All’iniziativa era presente anche Alessandra Bonfanti, responsabile nazionale di “Voler bene all’Italia”, poiché la presentazione era ispirata alla legge sui piccoli comuni presentata il 21 maggio da Realacci e Famiglietti e collegata alla giornata nazionale di Legambiente in programma per domenica due giugno, arrivata alla sua decima edizione coinvolgendo ogni anni più di seimila piccoli centri. Quest’anno sarà Frigento la sede principale della manifestazione; con il centro irpino che ospiterà in piazza, dalle dieci di mattina, attività, visite guidate, artigiani, sapori e spettacoli in costume. Tra gli ospiti della giornata di domenica anche Ernesto Magorno, sindaco di Diamante e deputato del Pd; il sindaco di Pollica Stefano Pisani e gli altri sindaci delle eccellenze campane.
Secondo l’onorevole Famiglietti “La sfida che ci troviamo costretti ad affrontare la possiamo vincere solo senza tradire la nostra anima; insomma, mettendo a frutto quello che ci rende unici: perché in un modo così grande, in un mercato così competitivo: la bellezza, il senso, la qualità avranno sempre maggior spazio. E la bellezza e la conoscenza sono frutto di incroci non replicabili, che nascono solo in un posto: e su questo un particolare merito va al patrimonio dei piccoli comuni e all’esperienza dei distretti che riescono a far nascere da un insieme di relazioni, esperienze e tradizioni dei vantaggi competitivi assolutamente non replicabili”. Il presidente Ermete Realacci, nella sede dei Feudi ha usato l’esempio del vino per spiegare cosa significa fare economia in modo green: “Nell’86, con lo scandalo del metanolo, si fermò la corsa dell’Italia nel produrre vino a bassa qualità e prezzo contenuto. In quel momento si capì che bisognava puntare sulla qualità; oggi esportiamo il 40% in meno in termini di quantità ma con un valore cinque volte maggiore: ce la possiamo fare ma è diventato fondamentale produrre ricchezza con meno consumo di energia e materie prime, con processi di innovazione e puntando sulle idee dei talenti italiani”. “Oramai da qualche anno si è superato la dicotomia tra eccellenza e sostenibilità, oggi tutti i progetti che si intraprendono, dal fotovoltaico alla riduzione dei solfiti, vanno nella direzione di rispettare entrambe- fa notare Antonio Capaldo, Presidente dei Feudi di San Gregorio-. C’è bisogno di attenzione al green. Non solo da parte delle istituzioni ma anche da parte dei cittadini, e l’agriturismo con il rispetto dell’ambiente che è l’unico modo per fare eccellenza in modo duraturo”. “Sull’ambiente c’è ancora tanto da fare, e quello che è stato fatto finora non è sempre stato ispirato al rispetto- afferma il professore Ugo Morelli-. Oggi stiamo finalmente riconoscendo che noi essere umani non siamo sopra le parti, ma siamo parte del tutto. E’ un cambiamento epocale; può avere tante declinazioni, una di questa è fare della valorizzazione ambientale una risorsa economica, ma si arriverà a questo solo smettendo di aspettare interventi dall’alto e i piccoli comuni saranno capaci di sviluppare iniziative specifiche in grado di valorizzare le vocazioni locali, le quali se si distinguono sono anche globali perché uniche”. Gabriella De Matteis ha sottolinea il cambio di paradigma anche nel settore industriale: “Sono qui per testimoniare la nostra esperienza, noi abbiamo un mulino; solo il 10% dei pastifici ha un mulino di proprietà e questo significa avere un rapporto con la materia prima assoluto. Gli altri pastifici sono costretti a comprare tutto il grano all’estero. Questo ci ha permesso di approfondire il rapporto con i territori d’origine grazie al progetto di filiera che il nostro mulino ha permesso di mettere in moto: gli agricoltori si impegnano a coltivare secondo un particolare disciplinare che permette di ottenere un grano duro di grandissima qualità, avendo in cambio un prezzo garantito molto soddisfacente, e più il grano è di qualità, più il compenso per loro aumenta”. Cambiamento ancora solo sperato in altri settori, come testimonia Giuseppe Morsa: “Questo libro regala importanti insegnamenti, tra cui quello di concepire l’operaio come una risorsa di valorizzare, di poter fare impresa in modo verde e sostenibile”.

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