Funzione pubblica Cisl: appello a Caldoro

Il grido di allarme lanciato di recente sul rischio disordini in Campania fa eco a quanto sostenuto da tempo dalla Cisl FP. Nella contingenza in cui diminuiscono le opportunità di lavoro, molti dipendenti anche del pubblico vengono messi in mobilità, il livello di cura ed assistenza si è ridotto ed è meno efficiente e lo stato sociale non riceve ascolto, bisogna invertire le logiche con cui si ridisegna un nuovo sistema di welfare e delle politiche sanitarie, partendo dagli sprechi e dalla spesa impropria riconvertendo le risorse nei servizi e nella qualità delle prestazioni è il commento del Segretario generale della CISL FP IrpiniaSannio. Appare evidente che la governance del nuovo modello di sanità deve garantire a tutti i territori adeguati livelli di cura e assistenza nel rispetto di quanto previsto dai decreti regionali, in buona parte disattesi, ove alla dismissione e/o riconversione delle strutture ospedaliere doveva seguire un potenziamento della lungodegenza e delle cure domiciliari.. Bisogna evidenziare inoltre che la mancanza di setting organizzativi per le sedi ospedaliere, il depauperamento delle professionalità infermieristiche, i tagli ai fondi contrattuali, e gli atti aziendali di tutte le strutture campane potrebbero, ad una lettura più attenta, aver generato macroscopiche discrasie tra un modello uniforme e rispondente ai bisogni dei territori e quello che invece tende a mantenere posizioni e incarichi di favore. La Cisl Fp IrpiniaSannio ha da sempre accompagnato il processo di riconversione e di riduzione degli sprechi ma ci tocca ancora una volta evidenziare che al di là della riduzione dei posti letto, della chiusura di qualche ospedale e del mancato sblocco del turn over, non si è mai aperto un vero confronto sulle ancora presenti voci di spesa afferenti a consulenze ed esternalizzazioni, a progetti finanziati con fondi europei e regionali su cui non c’è verifica né preventiva né successiva. Siamo, però, fiduciosi che una attenta analisi degli Atti Aziendali da parte della Commissione di verifica e la ripresa di un concreto confronto con le Direzioni Generali su come meglio organizzare i servizi sul territorio per disincentivare i ricoveri impropri ed abbattere i costi della mobilità passiva, potrà consentire di rendere merito ai dipendenti della sanità, costretti a lavorare in turni massacranti, e offrire servizi migliori alla cittadinanza, più orientata a non farsi curare, considerate le lunghe liste di attesa ed i costi per i ticket. Attese le buone prassi già adottate in altre Regioni la Cisl fp IrpiniaSannio chiede che si apra un confronto per definire una programmazione organica che consenta una collaborazione tra aziende limitrofe al fine di ridurre il consumo di risorse ed ottimizzare l’efficienza, l’efficacia e l’appropriatezza di cura, pur continuando a rispondere alla crescente domanda di bisogni sanitari attraverso la garanzia dei LEA e favorendo processi organizzativi sperimentali in ambiti territoriali sovra aziendali, fermo restando la programmazione sanitaria regionale ed i vincoli del Piano di rientro.. Ciò può essere raggiunto in particolare attraverso la condivisione di processi gestionali volti a migliorare l’interazione tra aziende facenti capo ad una stessa area vasta non solo relativamente ai processi tecnico amministrativi, ma anche per alcune funzioni nonché attraverso un nuovo sistema di rapporti tra le Aziende che compongono l’area vasta, investendo in centri di cura eccellenti e distribuiti sul territorio, con notevoli risparmi sui costi complessivi. Se si vuole dare speranza alle aree interne bisogna dare inizio ad un serio confronto sulle politiche socio-sanitarie di area vasta abbandonando localismi e poco comprensibili remore di altra natura che, se mantenuti, andrebbero ad aggravare il già triste senso di abbandono che oggi nutre il considerevole bacino di utenti e di lavoratori delle province interne, conclude Buonavita. E intanto sul regolamento sulla mobilità dei dipendenti della Regione Campania la Cisl aggiunge: “Non essendo ancora atto ufficiale non può essere inteso esecutivo. Infatti la CISL FP da tempo ha fatto richiesta all’assessore al ramo e al Capo Dipartimento di aprire un serio e condiviso confronto sulla definizione del nuovo modello organizzativo – microstruttura – per poi definire funzioni, eventuali esuberi di personale e dare seguito alla mobilità. Tutti gli atti sinora posti in essere che non fanno riferimento alla mobilità volontaria contrastano con le norme contrattuali in vigore e con le previsioni di un regolamento non ancora operativo. Del resto non si può non tenere conto delle tutele poste dalla norma in vigore in merito ai detentori di Legge 104, e di coloro che hanno prescrizioni mediche che rendono impraticabile ogni tipo di mobilità. Appena definitivo il futuro assetto e quantificate le necessità di personale da impiegare in ogni singola area e settore provinciale in relazione alle funzioni ed al carico di lavoro da svolgere si potrà procedere con una diversa assegnazione”, conclude il segretario generale Doriana Buonavita.

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