Uil, De Simone: “Ribellarci tutti insieme al declino”

L’assemblea annuale di Confindustria è stata un’occasione per veder riconfermate le preoccupazioni e le difficoltà di un intero territorio attanagliato da una crisi che al sud, e nelle zone interne è ancora più drammatica di quanto non lo sia per l’intero Paese”. E’ quanto afferma Luigi Simeone, segretario generale della Uil di Avellino.
“Il grido di allarme del sindacato, di queste ore, per la ricerca di una stabilità di governo, indispensabile per provare ad attrezzare risposte alla recessione in atto, è ancor più sostanziato, qualora ve ne fosse bisogno, dal quadro drammatico tracciato dall’associazione delle imprese e condiviso dal presidente Caldoro. La fotografia tracciata – prosegue Simeone – offre spunti di riflessione che mal si conciliano con la prospettiva orfana di riscontro del governo centrale, che mette in discussione ogni ipotesi di intervento finalizzato alla ripresa degli investimenti e della produzione, unica vera strada da percorrere per uscire dal tunnel della crisi, la cui luce anche volendo essere ottimisti è difficile da vedere. Dalla relazione, tra i tanti dati interessanti, ne emerge uno che riguarda il permanere e l’aggravarsi della crisi occupazionale, che la sud è più forte e acuta che nel resto del Paese.
Occorre soffermarsi sul dato del PIL che vede una recessione di – 3,2% al sud a fronte di un dato nazionale di -2,4% che non inverte assolutamente la rotta dell’attenzioni dei governi per questa parte del Paese, ed in questo quadro così come riportato dalla relazione del presidente di Confindustria Avellino Sabino Basso “l’incremento delle esportazioni italiane in questo periodo non ha arrestato l’aumento della disoccupazione”….. il che significa che nonostante l’aumento di uno degli indicatori utili alla costruzione del PIL (differenza import/export) gli altri quali spesa, investimenti e consumi non solo sono fermi ma continuano a recedere inesorabilmente, segnando la impossibilità di uscire dalla più grave crisi del dopoguerra.
Far ripartire gli investimenti e la spesa pubblica vuol dire per forza mettere fuori dal “patto di Stabilità interno” la spesa per gli investimenti senza i quali non potrà esserci ripresa, anche perché come visto l’occupazione appare colpevolmente slegata dalla produzione e quindi agire sul cuneo fiscale prima per i lavoratori, per far ripartire i consumi, e poi per le imprese appare una evidente necessità nell’interesse di tutti.
Nei prossimi giorni (martedì 8 ottobre Tavolo per lo sviluppo) con la Regione, che ha offerto rispondenze ovviamente da verificare, proveremo a cadenzare interventi locali e sul governo centrale, per le emergenze alcune rappresentate oggi ai presidenti (Irisbus, Asm) per una vera e propria Road Map per l’Irpinia su cui siamo unitariamente impegnati e che dovrà vedere coinvolti tutti i soggetti interpreti delle esigenze di un territorio, che in assenza di risposte vere e concrete dovrà necessariamente ribellarsi al declino inesorabile che qualcuno pare avergli disegnato nell’indifferenza generale”, conclude Simeone.

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