Il 15 novembre c’è lo sciopero dei dipendenti pubblici

“Lacrime di coccodrillo del Ministro D’Alia, 200 miliardi di spesa in più nella pubblica amministrazione in 10 anni, mentre i dipendenti sono 370mila in meno, c’è qualcosa che non va per cui al paternalismo rispondiamo con lo sciopero. La Legge di stabilità 2014 va cambiata, bisogna che la politica trovi il coraggio di mettere mano agli sprechi ed ai privilegi” E’ quanto afferma Doriana Buonavita, segretario Generale della CISL FP IrpiniaSannio. “Abbiamo consegnato – continua Buonavita – al Ministro ed al Governo una proposta concreta di dove trovare i soldi per diminuire il cuneo fiscale per i lavoratori e per rinnovare i contratti. Lo hanno capito tutti: il lavoro pubblico ha pagato un prezzo troppo alto. Il personale delle pubbliche amministrazioni è stato utilizzato per coprire i buchi e, da ultimo, per un’operazione propagandistica e del tutto insufficiente sul cuneo fiscale. Soldi che i cittadini-lavoratori restituiranno con una maggiorazione, a causa della riduzione dei servizi e dell’aumento della tassazione locale. Così i segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa nazionali, rimarcano le ragioni di una mobilitazione che porterà il personale dei settori pubblici in piazza, con uno sciopero nazionale articolato sul territorio e che interesserà i dipendenti campani il prossimo 15 novembre.
Impoverire i dipendenti a cui si chiede di modernizzare la Pubblica Amministrazione è cieco e fortemente iniquo. Servono costi standard, per eliminare sprechi e garantire un’oculata gestione dei soldi pubblici. Bisogna recuperare risorse, non effettuare ulteriori tagli, migliorare i servizi a cittadini e imprese. Investire nella professionalità di chi da troppi anni è privato del diritto al contratto, assumere giovani qualificati, a partire dai vincitori di concorso non assunti, garantire il turn over.  E poi stabilizzare i precari, certificando le competenze per poi riaprire il tavolo per i rinnovi contrattuali. Le risorse ci sono, ma sono investite male e in modo non sempre limpido.
La Corte dei Conti e l’Istat certificano quello che noi diciamo da anni. Il lavoro pubblico ha pagato il costo della crisi, mentre la spesa pubblica è cresciuta di 200 miliardi di euro in 10 anni, il costo del lavoro pubblico sceso sensibilmente, insieme al valore reale dei salari, e i dipendenti diminuiti di 370mila unità.
Con lo sciopero – conclude Doriana Buonavita, segretario Generale della CISL FP IrpiniaSannio – spiegheremo al Paese ed alla politica locale, perché il nemico pubblico numero uno è evidentemente un altro, ossia è la spesa che non produce né servizi né stimoli all’economia, ma solo rendite. La spesa che nessuno osa toccare”.

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