Ema, Uilm: “Salvi i posti, prevalso buon senso”

Ema, Uilm: “Salvi i posti, prevalso buon senso”
“Dopo una lunga trattativa che durava da mesi, si è concluso con un importante accordo, l’incontro tra le organizzazioni sindacali e la direzione dell’Ema, che ha portato una ventata di stabilità a circa cento lavoratori tra contratti a tempo determinato e contratti interinali. Decisione sofferta ma…

Ema, Uilm: “Salvi i posti, prevalso buon senso”

“Dopo una lunga trattativa che durava da mesi, si è concluso con un importante accordo, l’incontro tra le organizzazioni sindacali e la direzione dell’Ema, che ha portato una ventata di stabilità a circa cento lavoratori tra contratti a tempo determinato e contratti interinali. Decisione sofferta ma inevitabile quella che si è avuta unitariamente lunedì presso l’Unione degli Industriali di Avellino”. E’ quanto afferma Dino Bifulco della Uilm. “Non si poteva fare altrimenti nel tavolo delle trattative con l’azienda – aggiunge – non potevamo rischiare di far trovare fuori dallo stabilimento da un giorno all’altro 41 persone,ma soprattutto 41 famiglie. La decisone è stata sofferta ma vale molto di più di trecento euro lordi di premio di produzione”. Decisione saggia quella del sindacato – continua Bifulco – che in una situazione di crisi generale ha fatto prevalere la ragione e la solidarietà senza pregiudicare il riconoscimento della professionalità e la stabilità dei rapporti di lavoro. L’azienda pur confermando un momento di difficoltà che potrebbe durare fino a fine anno, ha illustrato piani che fanno sperare ad una ripresa già nei primi mesi del 2010. Le organizzazioni di categoria hanno anche ottenuto risposte sul futuro dei 52 lavoratori somministrati il cui contratto è scaduto lo scorso 31 luglio. Questi lavoratori interinali potranno essere assorbiti gradualmente ai primi segni di ripresa a fronte delle maggiori ore di lavoro necessarie. Risposta concreta – continua la Rsu – a chi da settimane andava sbandierando finta solidarietà nei confronti dei dipendenti, improbabili convocazioni di tavoli di concertazioni senza alcun merito e soprattutto alcun diritto, sfruttando le critiche vicissitudini dell’azienda in comizi e articoli di giornale, con l’unico fine di avere gratuita pubblicità. Le lavoratrici e i lavoratori di Ema possono vantarsi di essere i paladini di un nuovo modo di fare sindacato superando la crisi senza ricorrere agli ammortizzatori sociali, ma rimboccandosi le maniche e condividere un’azione comune, frutto delle proprie idee solidali.

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