Sant’Angelo all’Esca, un operaio vive nella sacrestia del cimitero

LA STORIA – Ha destato molto scalpore la storia, pubblicata in esclusiva sul quotidiano nazionale Il Mattino, e firmata dalla giornalista Barbara Ciarcia, del cassintegrato della Irisbus che da tre mesi vive e dorme nella sacrestia del cimitero di Sant’Angelo all’Esca. Antonio Petrillo, 58 anni, 32 passati in fabbrica, separato e padre di tre figli, non può permettersi il lusso di pagare un fitto e così ha prima dormito in macchina poi, grazie alla generosità di don Ciriaco Vozzella, ha t…

LA STORIA – Ha destato molto scalpore la storia, pubblicata in esclusiva sul quotidiano nazionale Il Mattino, e firmata dalla giornalista Barbara Ciarcia, del cassintegrato della Irisbus che da tre mesi vive e dorme nella sacrestia del cimitero di Sant’Angelo all’Esca. Antonio Petrillo, 58 anni, 32 passati in fabbrica, separato e padre di tre figli, non può permettersi il lusso di pagare un fitto e così ha prima dormito in macchina poi, grazie alla generosità di don Ciriaco Vozzella, ha trovato alloggio nella sacrestia attigua al camposanto del piccolo borgo. Tutti hanno voltato le spalle all’uomo che tira avanti con lavoretti saltuari a eccezione del parroco di Sant’Angelo all’Esca che si sta pure adoperando per trovargli un tetto a basso costo. “Devo tirare al massimo la cinghia- ha dichiarato Antonio Petrillo alla collega de Il Mattino che lo ha intervistato-. Ho dormito in auto, e non mi vergogno a dirlo. Non ho mai fatto del male a nessuno”. Intanto Antonio provvede a tenere pulita l’area attorno al camposanto. Pulisce le cunette, ha piantato dei fiori, e ha persino lavato i contenitori della raccolta differenziata. “Bisogna aiutare concretamente la gente in difficoltà- ha detto don Ciriaco-. Il vangelo va praticato e non solo predicato”. E chissà che non si faccia avanti qualche persona di buon cuore pronta a trovare un alloggio migliore e più confortevole al cassintegrato che ha trasformato la sacrestia del camposanto in un rifugio di fortuna e di ricordi.

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