Blitz dei Nas, 30mila bottiglie di vino false: c’è anche il Fiano

E’ in corso, in tutto il centro-nord Italia, un’operazione dei carabinieri del reparto operativo di Siena, a tutela dei consumatori e del ‘made in italy’, volta a sgominare una vasta frode agroalimentare nella vendita all’ingrosso e al dettaglio di vino ‘Brunello di Montalcino’ falso e di altri vini docg di fama internazionale. Oltre 30mila le bottiglie sequestrate e decine le perquisizioni effettuate, con l’ausilio del Nas di Firenze, dei comandi dell’arma territorialmente competenti nonche’ de…

E’ in corso, in tutto il centro-nord Italia, un’operazione dei carabinieri del reparto operativo di Siena, a tutela dei consumatori e del ‘made in italy’, volta a sgominare una vasta frode agroalimentare nella vendita all’ingrosso e al dettaglio di vino ‘Brunello di Montalcino’ falso e di altri vini docg di fama internazionale. Oltre 30mila le bottiglie sequestrate e decine le perquisizioni effettuate, con l’ausilio del Nas di Firenze, dei comandi dell’arma territorialmente competenti nonche’ dell’ispettorato centrale della tutela della qualita’ e repressione frodi nel settore agroalimentare per la Toscana e l’Umbria in cantine, centri d’imbottigliamento, supermercati ed enoteche in Toscana, Umbria, Liguria e Lazio. Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati numerosi ettolitri di vino sfuso pronti per la vendita nei mercati internazionali, nonche’ oltre 30.000 bottiglie gia’ etichettate con il noto marchio e documenti di certificazione qualita’ falsi. Il vino sequestrato, di scarsa qualita’, proveniente da mercati paralleli, dopo essere stato imbottigliato veniva etichettato con false fascette riportanti i sigilli di Stato e successivamente commercializzato in Italia ed all’estero ad un prezzo dieci volte superiore al suo reale valore, con un danno, al settore vitivinicolo italiano, di centinaia di migliaia di euro. Attualmente vi sono alcuni indagati e, con i sequestri odierni gli uomini dell’arma puntano a far luce sull’intera rete criminale.
Allo stato non vi e’ alcun coinvolgimento da parte dei produttori di Brunello e delle aziende di Montalcino che, anzi, si costituiranno parte civile al processo. “Ci costituiremo parte civile e chiederemo danni”, ha annunciato Fabrizio Bindocci, presidente del consorzio del Brunello di Montalcino. “Chiederemo – ha aggiunto Bindocci – che la giustizia vada pesante con questi delinquenti in modo che il reato non venga reiterato: troppo spesso vediamo che vengono fatte frodi ma chi le fa e’ a piede libero. Il danno di immagine e’ sicuramente grande, difficile da quantificare. Cio’ che vogliamo trasmettere ai nostri consumatori e’ che il consorzio vigila e controlla perche’ dentro alle bottiglie che vengono vendute ci sia realmente un grande prodotto”.
Bindocci non ha nascosto la sua preoccopazione sui pericoli che corrono i prodotti alimentari di qualita’ del nostro paese. “La loro contraffazione – ha sottolineato – e’ una pratica purtroppo molto diffusa perche’ sono prodotti che il mercato soprattutto quello estero chiede. Da parte nostra mi attivero’ per parlarne in Regione Toscana e con le altre denominazione toscane per fare qualcosa tutti insieme perche’ momenti come questo non avvengano di nuovo”. Nell’ambito della conferenza stampa, e’ stato inoltre spiegato che, oltre a quello del Brunello, sono stati utilizzati per la frode anche altri marchi di vini come il Chianti Classico, il Sagrantino di Montefalco, Fiano di Avellino, e anche etichette e bottiglie dell’azienda vinicola del cantante Andrea Bocelli che produce a Lajatico in provincia di Pisa su cui sono in corso accertamenti.

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