“Rapporto Svimez obbliga Politica a scelte indifferibili per Sud”

“Lo scenario posto dal rapporto Svimez per il 2013, non fa altro che registrare e confermare la logica discesa dei dati economici di una parte del Paese abbandonata dalle politiche governative, che negli anni della crisi hanno ancor più allargato la forbice tra il nord assistito ed attenzionato, ed il Mezzogiorno ignorato ed abbandonato all’isolamento industriale, infrastrutturale e collettivo.
I consumi delle famiglie, che negli ultimi tre anni scendono al sud del 9.3% il doppio …

“Lo scenario posto dal rapporto Svimez per il 2013, non fa altro che registrare e confermare la logica discesa dei dati economici di una parte del Paese abbandonata dalle politiche governative, che negli anni della crisi hanno ancor più allargato la forbice tra il nord assistito ed attenzionato, ed il Mezzogiorno ignorato ed abbandonato all’isolamento industriale, infrastrutturale e collettivo.
I consumi delle famiglie, che negli ultimi tre anni scendono al sud del 9.3% il doppio del nord, segnano il dato della povertà allargando ancor più la discriminazione territoriale anche nelle difficoltà, costituendo la logica conseguenza della desertificazione industriale che al sud non accenna a diminuire, nemmeno in presenza di occasioni di rilancio come nel caso IRISBUS.
La caduta di accumulazione del capitale del Mezzogiorno è determinata dal vero e proprio crollo degli investimenti dell’industria, ridottisi tra il 2007 e il 2012 di quasi il 47%, ed un’ulteriore crollo previsto per l’anno in corso nel Mezzogiorno, che, a fronte di un calo stimato a livello nazionale del -6,7% diminuirebbero al Sud di circa l’11,5%.
Appare evidente come senza un rilancio degli investimenti pubblici e della produzione il sud non potrà ne uscire dalla crisi, ne recuperare il ritardo con il resto Paese.
Non è più tempo delle analisi che tra l’altro si ripetono sempre uguali e aggravate, è il momento di fare! Come in altre parti del mondo le zone in ritardo vanno trattate con peculiarità e interventi particolari, determinare per il SUD e solo per il SUD una fiscalità differenziata opportunamente modulata a livello territoriale può rappresentare il vero correttivo non solo per attrarre investimenti ma anche per riaccendere la spesa pubblica sugli investimenti anche infrastrutturali.
Promuovere le ZES – zone economiche speciali – e le FTL – filiere territoriali logistiche -, accompagnate da iniziative legislative regionali per incentivare l’insediamento e il reinsediamento produttivo di aziende che hanno chiuso o che hanno delocalizzato può segnare il protagonismo della politica nazionale e locale da troppo tempo assente sulle vere esigenze del territorio, distratta da tattiche e personalismi diventati insostenibili”. E’ quanto afferma in una nota Luigi Simeone, Segretario Generale della UIL Avellino Benevento.

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