Caserta, in manette irpino affiliato al clan Belforte

La Direzione Distrettuale Antimafia, la Polizia di Stato di Caserta ha eseguito 34 ordinanze di custodi cautelare, di cui 28 in carcere (tra questi anche un 30enne di Pietrastornina) e 6 agli arresti domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti affiliati al clan Belforte detti I Mazzacane di Marcianise, ed in particolare alla fazione attiva in Maddaloni, Cervino, Valle di Maddaloni e Santa Maria a Vico, a vario titolo indagati per concorso in associazione per delinquere di stampo…

La Direzione Distrettuale Antimafia, la Polizia di Stato di Caserta ha eseguito 34 ordinanze di custodi cautelare, di cui 28 in carcere (tra questi anche un 30enne di Pietrastornina) e 6 agli arresti domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti affiliati al clan Belforte detti I Mazzacane di Marcianise, ed in particolare alla fazione attiva in Maddaloni, Cervino, Valle di Maddaloni e Santa Maria a Vico, a vario titolo indagati per concorso in associazione per delinquere di stampo mafioso, plurime condotte estorsive, reati inerenti le armi, Associazione per delinquere finalizzata all’acquisto, alla detenzione ed allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish, delitti tutti aggravati dalla metodologia mafiosa e dal fine di agevolare la suddetta organizzazione camorristica.
La misura cautelare compendia prolungate e meticolose indagini, anche tecniche, condotte dalla Squadra Mobile di Caserta e coordinate dalla DDA partenopea, sull’articolazione maddalonese del clan Belforte. In particolare, le investigazioni hanno riguardato gli assetti del citato sodalizio criminale dal 2006 ai giorni nostri, ricostruendone l’organigramma ed individuando coloro che, nel tempo, si sono succeduti alla sua guida, e svelandone le attività criminali poste in essere sul territorio, in particolare le asfissianti e capillari condotte estorsive realizzate in danno di numerosi imprenditori e commercianti.
Al riguardo, un determinante contributo veniva fornito dal sequestro di alcuni fogli di appunti riportanti nominativi e cifre chiaramente riferibili ai ratei estorsivi richiesti dall’organizzazione agli operatori economici della zona. Il rinvenimento di tale documentazione permetteva di ricostruire, nonostante l’ostinata reticenza delle vittime, un numero impressionante, oltre trenta, di condotte estorsive, tentate o consumate, poste in essere dagli affiliati in danno di cantieri edili, fornitori di calcestruzzo ed inerti, distributori di carburante, aziende di trasporto, commercianti ortofrutticoli, bar, negozi di abbigliamento etc.. Secondo quanto appurato dalla Polizia, non era sfuggito alle mire del clan neppure l’impresa edile aggiudicataria dell’appalto, del valore di oltre 2 milioni di euro, finanziato in gran parte dalla Conferenza Episcopale Italiana, per la realizzazione del complesso parrocchiale adiacente la chiesa di S. Maria Madre a Maddaloni.

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