Vuole risposarsi ma dopo 11 anni il divorzio non è registrato

A 11 anni dalla sentenza, il divorzio con la prima moglie non è stato ancora registrato, e lui lo scopre andando in Comune per la pubblicazione di matrimonio con l’attuale compagna. Una vicenda che ha lasciato letteralmente stupito P.N., 61enne originario di Ospedaletto d’Alpinolo, da anni residente a Roma. L’uomo si sposa nel 1982 con una donna di Macerata. Dal loro matrimonio nascono due figli, ma dopo anni di incomprensioni decidono prima di separarsi, poi di divorziare. Esattamente il 27 feb…

A 11 anni dalla sentenza, il divorzio con la prima moglie non è stato ancora registrato, e lui lo scopre andando in Comune per la pubblicazione di matrimonio con l’attuale compagna. Una vicenda che ha lasciato letteralmente stupito P.N., 61enne originario di Ospedaletto d’Alpinolo, da anni residente a Roma. L’uomo si sposa nel 1982 con una donna di Macerata. Dal loro matrimonio nascono due figli, ma dopo anni di incomprensioni decidono prima di separarsi, poi di divorziare. Esattamente il 27 febbraio 2004, quando il collegio della prima sezione del Tribunale civile di Roma deposita in cancelleria la sentenza di divorzio. Passano gli anni e Pasquale si rifà una vita: conosce una donna di una decina di anni più giovane, Francesca, di Nuoro, e dopo diversi anni di convivenza i due decidono finalmente di sposarsi. Una grande cerimonia da celebrarsi il 25 aprile 2015 con tanto di ricevimento e location già prenotate e parzialmente pagate dagli interessati. Ma la sorpresa arriva quando i due promessi sposi si recano all’ufficio matrimoni per chiedere le pubblicazioni delle nozze: lui risulta ancora sposato. «Facile immaginare l’imbarazzo dell’uomo – spiegano da Agitalia, associazione a cui l’irpino si è rivolto per un’azione legale – non tanto davanti agli addetti dell’ufficio matrimoni quanto con la neo sposa, che per poco non lo picchia ritenendolo bugiardo e quasi bigamo». La sentenza di divorzio emessa un decennio prima dal Tribunale non è mai stata trascritta nei registri dello stato civile del Comune di Roma e dei Comuni di nascita. «Quello che non è dato invece capire è se tale gravissima omissione è addebitabile agli addetti del Tribunale di Roma od a quelli del Comune capitolino – spiegano ancora i consulenti di Agitalia – Il nostro assistito, che ha dovuto comunque rinviare le nozze a data da destinarsi in attesa di sistemare l’assurdo intoppo burocratico, ha deciso di citare in giudizio tutte le parti coinvolte, chiedendo un risarcimento di 50mila euro per danni patrimoniali e morali.

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