Unci: “Qualità della vita nel modello di sviluppo per l’Irpinia”

AVELLINO – Da tempo in Irpinia, e più in generale nel Mezzogiorno, assistiamo ad un dibattito sulla necessità di ripresa di un disegno di sviluppo per i nostri territori. Una esigenza reale ed avvertita, soprattutto in questa lunga e difficile fase di crisi economica, che però richiederebbe uno sforzo maggiore da parte degli attori istituzionali. Nella nostra provincia – e non solo – andrebbe fortemente ripensata l’idea stessa di sviluppo, il modello di intervento pubblico e occorrerebbe …

AVELLINO – Da tempo in Irpinia, e più in generale nel Mezzogiorno, assistiamo ad un dibattito sulla necessità di ripresa di un disegno di sviluppo per i nostri territori. Una esigenza reale ed avvertita, soprattutto in questa lunga e difficile fase di crisi economica, che però richiederebbe uno sforzo maggiore da parte degli attori istituzionali. Nella nostra provincia – e non solo – andrebbe fortemente ripensata l’idea stessa di sviluppo, il modello di intervento pubblico e occorrerebbe una ridefinizione degli obiettivi, anche per non ripetere gli errori del passato. Pur se non esiste una ricetta unica per raggiungere il risultato, bisogna sicuramente partire dalla tutela e dalla valorizzazione delle risorse locali, inserendole in un sistema più ampio, e coniugare la produttività, la redditività, oltre che l’occupazione, con il benessere dei cittadini e la conservazione del territorio. La cooperazione, con la sua lunga e sperimentata esperienza in diversi settori, sia tradizionali che innovativi, può dare un contributo in questa direzione. Non ci può essere un vero sviluppo ed una crescita di una comunità se essi non investono anche gli aspetti sociali e culturali della vita collettiva. La programmazione degli interventi, dunque, deve riguardare anche le attività di cura ed assistenza delle persone – a cominciare dalle fasce di maggiore fragilità – l’aggregazione sociale, il reinserimento lavorativo, l’offertà educativa e formativa, la cultura in tutte le sue dimensioni, la tutela e la promozione del patrimonio paesaggistico, naturalistico, artistico ed architettonico, la bonifica ed il ripristino idrogeologico ed ambientale, l’agricoltura biologica e le produzioni alimentari tipiche, un circuito turistico che punti alla riscoperta delle bellezze naturali ed antropiche irpine preservandone gli equilibri, le attività creative e dell’ingegno ed i servizi ad alto contenuto tecnologico. Andrebbero previste forme di sostegno e tutoraggio delle nuove imprese mutualistiche e di rilancio di quelle già esistenti, per diffondere un’idea di organizzazione del lavoro democratica, che ha dimostrato in questi anni di recessione di saper resistere ai problemi economici congiunturali e strutturali. E’ tempo, dunque, di compiere un salto di qualità nelle proposte e nella concezione stessa dello sviluppo. Dalle parole, però, bisogna passare ai fatti concreti.

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