“Ridare dignità al lavoro”, la sinistra a Palazzo Orsini

“Ridare dignità al lavoro”, la sinistra a Palazzo Orsini
Obiettivo lavoro. E’ questo in breve il tema dell’incontro a palazzo Orsini e promosso dal Prc, dal Pdci e dalla Federazione della sinistra alternativa di Avellino. “La crisi economica che stiamo vivendo ha prodotto il risultato di allargare ancora di più la forbice fra ricchi e poveri ed a pagare i…

“Ridare dignità al lavoro”, la sinistra a Palazzo Orsini

Obiettivo lavoro. E’ questo in breve il tema dell’incontro a palazzo Orsini e promosso dal Prc, dal Pdci e dalla Federazione della sinistra alternativa di Avellino. “La crisi economica che stiamo vivendo ha prodotto il risultato di allargare ancora di più la forbice fra ricchi e poveri ed a pagare il prezzo più alto sono stati, come purtroppo spesso accade, i lavoratori”. A parlare è l’ex deputato del Pdci Gianni Pagliarini. “E non dobbiamo compiere l’errore di credere che la crisi economica sia ormai un ricordo del passato. In realtà, avverte paglierini, a novembre scadranno molti provvedimenti di cassa-integrazione ed è da allora che pagheremo i costi più alti in termini di posti di lavori e sociali”. “La verità, rilancia l’ex deputato del Pdci, è che sono mancati da parte del governo di centro-destra dei provvedimenti credibili che tramutassero la crisi in un’opportunità per innescare una rivoluzione copernicana nel sistema finanziario vero elemento scatenante della crisi che è stata poi pagata dai lavoratori e dalle loro famiglie. Le banche hanno in Italia un potere spropositato ed il Governo avrebbe dovuto mettere in campo degli interventi per ripensare il sistema del credito. Lo Stato non si doveva limitare ad elargire risorse agli istituti di credito ma doveva pretendere di esercitare un controllo più marcato entrando nei consigli di amministrazione delle banche ed invece si è preferito elargire soldi a chi ha speculato ed ha per questo determinato la crisi economica globale”. Per quanto riguarda poi il sistema dei distretti industriali: “Il fatto che anche un’area come quella di Solofra che ha legato il suo nome all’eccellenza abbia pagato un prezzo pesante in termini di perdita di posti di lavoro, di ricorso agli ammortizzatori sociali, di perdita di fatturato è la più lampante testimonianza di come il sistema produttivo che è stato messo in piedi sia contraddistinto da una debolezza forte, una debolezza che la crisi ha messo drammaticamente in mostra. Ma questa è una situazione che non è solo di Solofra ma anche di molte altre realtà industriali del Paese. In una situazione del genere nel Mezzoggiorno la crisi pesa di più”. Pagliarini traccia la strada: “Innanzitutto una moratoria dei licenziamenti aprendo la strada ad irrobustimento degli ammortizzatori sociali. Inoltre è necessario ripensare il sistema produttivo puntando su una produzione di alta qualità”. Alta qualità vuol dire formazione: “spesso, spiega Pagliarini, in Italia si è fatta una formazione che non teneva conto in alcun modo di quelle che sono le esigenze espresse dal sistema produttivo. Per far ripartire l’Italia ed il Sud è necessario puntare su competenze, qualità ed innovazione”. Il Sud come Cina D’Europa: “e’ innegabile che il Sud del paese sia stato, e tuttora sia, caratterizzato da proposte lavorative che rappresentano la negazione di chi lavora”. Una tendenza quest’ultima che è necessario invertire, come testimonia l’incontro di Palazzo Orsini, per ridare dignità al lavoro ed ai lavoratori.

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