“Modello D’Alemiano equivale a restaurazione partitocratica”

“Modello D’Alemiano equivale a restaurazione partitocratica”
“Lunedì scorso Massimo D’Alema è stato ospite e protagonista delle manifestazioni organizzate per Pierluigi Bersani ad Avellino e Salerno. Nei suoi interventi, facendo riferimento ad una possibile vittoria di Bersani, ha detto: “con le Primarie di domenica 25 ottobre finisce la vocazione maggioritar…

“Modello D’Alemiano equivale a restaurazione partitocratica”

“Lunedì scorso Massimo D’Alema è stato ospite e protagonista delle manifestazioni organizzate per Pierluigi Bersani ad Avellino e Salerno. Nei suoi interventi, facendo riferimento ad una possibile vittoria di Bersani, ha detto: “con le Primarie di domenica 25 ottobre finisce la vocazione maggioritaria del Partito democratico e si apre la stagione delle alleanze”. Poi, rivolgendosi al pubblico presente in sala ad Avellino ha rimarcato il seguente concetto: “in Campania noi auspichiamo l’alleanza con Ciriaco De Mita, personalità politica che io ho sempre stimato ed apprezzato”. Ebbene, volendoci limitare a prendere in considerazione solo queste due affermazioni dell’on. D’Alema, possiamo dichiarare senza riserve alcuna che tali affermazioni non ci trovano d’accordo”. E’ quanto affermano il segretario del circolo “Martin Luther King” nonchè candidato alla segreteria provinciale del PD di Avellino, Andrea Forgione e il delegato provinciale del PD “Veltroniani Alta Irpinia”, Antonio Petruzzo. “Primo, perché da convinti democratici veltroniani – proseguono Forgione e Petruzzo – riteniamo che se viene meno la vocazione maggioritaria del PD, si ritorna obbligatoriamente al modello Ulivo e alla litigiosità permanente di coalizione che ha fatto fallire tutti i governi di centrosinistra dal 1996 ad oggi. Secondo, perché se rinunciamo a guidare con chiarezza una coalizione in alternativa all’attuale governo Berlusconi ed alimentiamo la politica dei due forni dell’UDC di De Mita in Campania, che lo vedrebbe governare alle province con il centrodestra e alla regione con il centrosinistra, saremmo condannati a perdere una valanga di voti, portandoci sotto il 20 per cento, a vantaggio del partito di Casini o di un partito modello Kadima con Rutelli, Casini, Fini e Montezemolo. Con questa linea politica, l’on. D’Alema vuole riportare indietro le lancette della storia ad anni in cui i Democratici di Sinistra prendevano appena il 16 per cento e lui ne era il padrone assoluto. D’altronde, da un politico come D’Alema non potevamo aspettarci di più. Infatti, questo pensiero retrò di D’Alema ci convince ancor di più che la nostra battaglia di rinnovamento ed innovazione è giusta e indispensabile per il PD e per cambiare in meglio il Paese avvilito da questa destra populista ed antimeridionale. Come può, infatti, un uomo politico come D’Alema, nato comunista, cresciuto sulle gambe di Togliatti, e maturato politicamente in un contesto pre-muro di Berlino, riuscire a saltare il guado per giungere sulla sponda del riformismo democratico e progressista? Il PD non è nato per permettere ai vari D’Alema di riciclarsi nel nuovo soggetto politico ma per cambiare la politica italiana e per rinnovare ed innovare una classe dirigente vecchia, gerontocratica e parassita della società civile. In buona sostanza, D’Alema ad Avellino ha ribadito che Antonio Bassolino e Ciriaco De Mita rappresentano ancora oggi il cardine della politica in Campania. Invece, noi democratici veltroniani dell’Alta Irpinia, abbiamo sempre sostenuto e riteniamo che le responsabilità maggiori del malgoverno campano vanno ricercate proprio nell’asse politico Bassolino-De Mita e che questo modello vada superato una volta per tutte per il bene dei cittadini campani. Come può infatti Massimo D’Alema sostenere, ancora oggi, che questa classe politica, incapace finanche di togliere una busta di immondizia davanti alla porta dei cittadini, è in grado di riprogettare il Futuro di questa regione? Alle prossime elezioni regionali noi riteniamo che chi è stato con Bassolino e con De Mita ed ha ricoperto incarichi nella giunta regionale debba fare un passo indietro. Riteniamo inoltre che non si debba fare nessuna alleanza con il partito di Ciriaco de Mita fino a quando l’UDC non rimuove la contraddizione che lo vede governare con la destra di Berlusconi in tre province della Campania. Siamo stanchi dei professionisti della politica, modello D’Alema, aristocratici parrucconi, che intendono restaurare la partitocrazia e conservare i loro privilegi di casta a danno dei cittadini”.

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