Cisl Irpina,consiglio generale: diverse questioni da analizzare |
Cisl Irpina,consiglio generale: diverse questioni da analizzare
In mattinata, presso il Country Sport di Avellino -località Picarelli-, si è riunito il Consiglio Generale della Cisl Irpina. All’Ordine del giorno oltre alla discussione sulla situazione politico-sindacale, soprattutto l’analisi delle diverse questioni legate alla gestione dei Rifiuti e delle Acque; i criteri stabiliti nell’avviso pubblico per il sostegno al reddito delle famiglie dei lavoratori in crisi e la successiva ripartizione del Fondo istituito dall’Ente Provincia; i risultati della manifestazione della Cisl dello scorso 27 novembre a favore del lavoro e dello sviluppo in vista della mobilitazione unitaria, in programma il prossimo 12 dicembre per dare importanza alla situazione drammatica che sta vivendo l’Irpinia e al totale disinteressamento di regione e governo. Presenti, per l’occasione, il Segretario Confederale Pietro Cerrito e il Segretario Generale Cisl Campania Lina Lucci. In merito alla delicata questione della Gestione Rifiuti, al fine di garantire efficienza e trasparenza, secondo la Cisl Irpina occorre non solo rispettare i tempi stabiliti dalla legge per la provincializzazione dei rifiuti, ma soprattutto che la nuova società unica per l’Irpinia sia a capitale pubblico, con l’assorbimento del personale del Cdr, Cosmari e aziende. Gli obiettivi da raggiungere sono tre: mantenimento dei livelli occupazionali, efficienza del servizio e riduzione dei costi per il cittadino. Nell’imminenza della individuazione in via definitiva del gestore del Servizio Idrico in Irpinia, secondo la Cisl Irpina, la scelta più giusta è quella che va a favore dei tantissimi lavoratori impiegati nel settore. Pensare di far entrare i privati nella gestione delle acque significa offrire un patrimonio che appartiene all’intera provincia di Avellino a imprenditori privati, che avranno come unico obiettivo quello di favorire i loro interessi economici. Per questo motivo, la Cisl Irpina ribadisce l’importanza di porre fine alla querelle tra ACP e ACS, invitando l’ATO ad affidare la gestione di questo importantissimo patrimonio all’ACS, in qualità di soggetto pubblico. Le infrastrutture rappresentano una nuova speranza per il Meridione, sono la leva essenziale per rendere effettiva ogni politica di sviluppo del Meridione, per attenuare il divario che esiste tra la nostra provincia ed il Nord, per rendere realmente appetibili i nostri territori per gli imprenditori che li vogliono scegliere per investire. Quello che manca, infatti sono le infrastrutture indispensabili per collegare le nostre zone alle grandi direttrici di circolazione delle merci. La questione riguarda soprattutto due assi viari come la Lioni-Grottaminarda-Contursi e la Paolisi-Pianodardine destinate rispettivamente, a collegare il versante tirrenico con l’adriatico costituendo uno sbocco verso il mare e il Sannio con l’Irpinia. Siamo quasi nel 2010 e si paventa il rischio di una mancata realizzazione di queste opere a causa dei tagli al Fondo per le Aree Sottosviluppate che è sceso da 65 a 48 miliardi di euro. Dotare la Provincia di Avellino di queste indispensabili infrastrutture significa anche lavoro per interi settori produttivi e reddito per tantissime famiglie. Preoccupazione è stata espressa dai dirigenti della Cisl rispetto alla situazione di incertezza che sta attraversando la Fma, l’Almec, Irisbus, CDI, Sivis e tante altre aziende in difficoltà della nostra provincia, di tutti i settori produttivi. Particolare attenzione anche allo sviluppo del polo conciario di Solofra e alla questione degli OSA. I dati forniti dai CPI sono solo alcuni esempi di una drammatica realtà: circa 80.000 iscritti ai CPI della provincia di Avellino, circa 6.000 giovani intelligenze tra laureati e diplomati hanno lasciato l’Irpinia per muoversi verso il Nord negli ultimi 6 anni. Tra licenziati, messi in mobilità ed in CigS arriviamo a circa 8.000 lavoratori. L’assenza di politiche regionali attive del lavoro ha generato un bacino di lavoratori “assistiti”, che richiede un intervento politico della Presidenza della Giunta nei confronti delle imprese, finalizzato alla riqualificazione e ricollocazione di quei lavoratori fuoriusciti dal sistema produttivo e/o beneficiari degli strumenti di sostegno, anche in realtà produttive diverse da quelle di provenienza. La Cisl Irpina considera un ottimo risultato quanto programmato dal “tavolo anticrisi”istituzionalizzato presso l’Ente Provincia e promosso dall’Assessorato al Lavoro con la partecipazione delle parti sociali: è stato predisposto un Avviso Pubblico, per l’erogazione di un contributo economico di importo complessivo pari ad € 700.000,00 a favore dei nuclei familiari dei lavoratori che per la perdita o sospensione del lavoro si trovano in difficoltà per affrontare spese indispensabili alla famiglia . La Cisl Irpina, unitamente alla CGIL , UIL e UGL, è impegnata nell’organizzazione di una manifestazione in programma per il prossimo 12 dicembre, una mobilitazione generale del mondo del lavoro, che dia voce alle esigenze del nostro territorio. In tutta Italia, a partire dallo scorso 27 novembre, la Cisl si è mobilitata per chiedere al governo interventi concreti a favore delle famiglie, dei pensionali, dei disoccupati, dei lavoratori precari e di quelli in cassa integrazione. La Cisl Irpina ha chiamato a discutere intorno ad un tavolo tutte le forze istituzionali, politiche, le rappresentanze imprenditoriali e del mondo associativo. La Tavola rotonda ha affrontato diverse questioni: il tema della riforma fiscale, della crescita dei salari, delle pensioni e dello sviluppo del Mezzogiorno. In particolar modo le problematiche relative al contesto territoriale della nostra Provincia e le proposte della Cisl Irpina per superare l’attuale fase di crisi. In programma una manifestazione per il prossimo 18 dicembre in vista di un possibile sciopero generale regionale. Gli interventi ottenuti in questi mesi con l’estensione degli ammortizzatori sociali hanno aiutato i lavoratori a fronteggiare la crisi e ad evitare in moltissimi casi i licenziamenti . Chiediamo pertanto che essi vengano confermati e finanziati anche nel 2010 per tutta la durata della crisi. Ma da soli non bastano più.
La Cisl chiede un forte impegno in favore del Mezzogiorno con interventi immediati in funzioni anti-ciclica in un quadro di misure più organiche per rilanciare lo sviluppo, gli investimenti, la realizzazione delle infrastrutture , il sostegno dell’occupazione, nella convinzione che lo sviluppo del Mezzogiorno è una necessità e una opportunità per l’intero Paese.
Pertanto è assolutamente urgente la messa in atto di un vero e proprio Piano per lo sviluppo del Sud attraverso la stipula di un PATTO DI RESPONSABILITA’ tra il Governo, le Regioni e le parti sociali che ponga fine alla stagione dell’inerzia, dell’immobilismo, delle risorse sprecate o mal utilizzate e definisca pochi importanti interventi : lo sblocco e la effettiva messa a disposizione per le regioni del Sud delle risorse previste dal Fondo Aree Sottoutilizzate, unitamente alla ottimizzazione nell’uso dei Fondi Europei che fino al 2013 sono ancora molto consistenti, la finalizzazione condivisa tra Governo e Regioni delle risorse nazionali ed europee e la salvaguardia e una maggiore qualificazione della spesa ordinaria per realizzare efficacia e semplificazione della pubblica amministrazione, un effettivo risanamento della sanità, il rafforzamento della sicurezza e della legalità del territorio.