Pd, lettera aperta del candidato Famiglietti |
Pd, lettera aperta del candidato Famiglietti
Il candidato alla segreteria provinciale del Pd dell’area Bersani, Luigi Famiglietti, ha scritto una lettera aperta a tutti gli aderenti al partito in vista delle elezioni dei delegati all’assemblea congressuale. Ecco il testo:
“Cari democratici irpini, in queste ore siete chiamati a votare in un “concitato” congresso del nostro partito. Intanto mi sento in dovere di chiedervi scusa a nome di tutti i dirigenti del partito per il modo e i tempi in cui si è arrivati a questa conta che non giova a nessuno. Sarebbe stato opportuno avere una fase di transizione fino alle regionali di marzo, oppure si doveva avere il coraggio di imprimere una vera svolta alla gestione del Pd irpino che versa in uno stato comatoso; invece si è voluto trasformare il congresso in un votificio per nominare dall’alto ed a tavolino un gruppo dirigente. Per questo ho deciso di offrire comunque la mia disponibilità per la candidatura a segretario provinciale su indicazione dell’area Bersani con le due liste di supporto “Territori e nuove generazioni” e “Un senso alla nostra storia”. Ho sposato la linea Bersani-Letta per il congresso nazionale perché mi ritrovo con la loro impostazione di partito ed ora sono onorato di poter rappresentare questa mozione in sede di congresso provinciale. In tre punti fondamentali si articola la mia proposta politica: 1)Lavoro, con attenzione per chi è alla ricerca sempre più difficile di un lavoro e per chi un lavoro ce l’ha e rischia di perderlo, senza trascurare il sostegno alle imprese, chiedendo il ripristino del credito d’imposta e le gabbie fiscali al Sud. Indipendentemente dall’esito del congresso sarò a Roma il 21 dicembre con gli operai della Fma, quando Governo e parti sociali discuteranno del futuro dell’azienda; accompagnerò il nostro segretario regionale Amendola e l’onorevole Vaccaro nelle tappe irpine del loro “Viaggio in Campania dentro la crisi” e proporrò la costituzione di una Consulta economico- sociale permanente all’interno del partito. 2)un nuovo Pd radicato sui territori, un vero e proprio sindacato dei territori, con amministratori e militanti che diventano portatori di istanze e bisogni, da inserire come priorità della nostra azione politica. Un partito senza cooptati ma che sappia premiare il merito. 3) individuare una chiara mission per l’Irpinia, come chiedeva Confindustria qualche tempo fa, su cui concentrare le nostre forze migliori riprendendo il lavoro iniziato con la conferenza programmatica. Questa è l’unica strada per riannodare un dialogo interrotto con gli altri partiti che vogliono condividere con noi un progetto strategico per l’Irpinia, ma soprattutto per un Nuovo Pd all’interno di un nuovo centrosinistra. Il Nuovo PD deve segnare una netta rottura con il partito degli ex e dei ticket anni ‘60 . Immagino un partito riformista che abbia i piedi ben piantati nel territorio, una comunità di iscritti ed elettori che faccia tesoro delle diverse radici politico culturali di ognuno ma che guardi al futuro avendo come target di riferimento i giovani, i miei coetanei, nati sul finire degli anni ’70, che sono andati al voto dopo il crollo del muro di Berlino e non hanno mai potuto votare né la dc né il pci e tutti coloro che, nati dopo quella data, saranno chiamati per la prima volta al voto quest’anno. Su queste basi e solo su queste basi si potrà poi ricercare l’unità del partito per una gestione collegiale che ci faccia affrontare con fiducia le imminenti scadenze elettorali”.