Ariano, contratto di Quartiere a rione Martiri

Ariano, contratto di Quartiere a rione Martiri
Sabato scorso l’ultima famiglia ha lasciato le Casette Asismiche di Rione Martiri, può finalmente essere completato l’abbattimento degli alloggi risalenti al 1930 e proseguire l’intervento di riqualificazione del Contratto di Quartiere Martiri II. L’area è oramai completamente cantierata: ruspe in a…

Ariano, contratto di Quartiere a rione Martiri

Sabato scorso l’ultima famiglia ha lasciato le Casette Asismiche di Rione Martiri, può finalmente essere completato l’abbattimento degli alloggi risalenti al 1930 e proseguire l’intervento di riqualificazione del Contratto di Quartiere Martiri II. L’area è oramai completamente cantierata: ruspe in azione già da questa mattina, contestualmente gettate le fondazioni per l’auditorium e il bocciodromo, si prosegue, inoltre, nella costruzione della prima isola. Le famiglie che ancora vivevano nelle casette sono state tutte alloggiate a spese della stessa ditta esecutrice dei lavori con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale; vi è già una delibera che assegna loro l’unità abitativa in fase di realizzazione. L’intera opera di riqualificazione urbana, finanziata al Comune di Ariano dal Ministero delle Infrastrutture, prevede un investimento totale di oltre 13 milioni di euro. Il secondo lotto di lavori, per un importo di nove milioni e cinquecentomila euro, era stato avviato il 6 aprile scorso con l’abbattimento dell’immobile che ospitava l’Istituto Professionale a Borgo San Domenico, dove è in corso la realizzazione di 18 alloggi. In località Martiri, invece, saranno realizzate 48 unità abitative inserite tra piazzette, spazi comuni, aree verdi, oltre alla scuola media, l’asilo nido, la biblioteca, il campetto polivalente e il bocciodromo. Le strade saranno ridisegnate e collegate alla rotatoria già realizzata. Un quartiere, nuovo ed integrato all’insegna della vivibilità. Le Casette Asismiche furono costruite tre mesi dopo il terremoto del 1930 per accogliere i senzatetto. Successivamente, tra il 1939 e il ‘40 le piccole abitazioni furono utilizzate dal regime fascista quale campo di concentramento per dissidenti politici.

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