Terra madre Campania, Irpinia protagonista

Terra madre Campania, Irpinia protagonista
L’Italia è ricca di quelle arti senza artisti, di quei capolavori senza autore che sono i canti popolari, le danze tradizionali, i virtuosismi impensabili di semianonimi e straordinari performer del gesto e della parola. Monumenti secolari e invisibili, purtroppo ormai sgretolati, o già in macerie, …

Terra madre Campania, Irpinia protagonista

L’Italia è ricca di quelle arti senza artisti, di quei capolavori senza autore che sono i canti popolari, le danze tradizionali, i virtuosismi impensabili di semianonimi e straordinari performer del gesto e della parola. Monumenti secolari e invisibili, purtroppo ormai sgretolati, o già in macerie, o distrutti da restauri indecenti. Terra Madre Campania, all’interno della Manifestazione della Regione Campania Terra Felix che si è tenuta dal 4-8 dicembre presso la mostra d’Oltremare a Napoli è stata la giornata del loro orgoglio, forse del loro riscatto. In un momento di radicale mutamento degli stili di vita, è oggi più che mai necessario discutere sulla cultura popolare. I “suoni di canti”, hanno dato dignità al folklore come oggetto di studio e, soprattutto, si rintraccia in esso uno strumento con cui indagare organicità e contraddittorietà del sistema culturale. L’Irpinia, una terra dove la miseria, l’arretratezza, le condizioni di vita (spesso al limite della sopravvivenza) e l’emarginazione non sono bastate per reprimere aspirazioni, sentimenti, rabbia e voglia di riscatto. I cantori, attraverso i secoli, hanno cantato per esprimere protesta (canti di lavoro), amore (serenate), rancore (canti d’ingiurio), bramosia (canti di desiderio). Tutti i canti, non sempre nati espressamente in questa terra, riescono, con particolare incisività, a rendere l’immagine di una realtà che la ricerca ha spesso trascurato. Le cantate in rime, le serenate, l’organetto, la fisarmonica, la tammorra, gruppi di persone, donne e uomini, i custodi e testimoni della tradizione, rappresentano la biodiversità dell’anima, e la Condotta Slow Food Irpinia Colline dell’Ufita e Taurasi, a quest’anima vuole dare un corpo – la comunità sonora di Terra Madre Campania dei “suoni di canti”. Crediamo che l’unico modo per salvare un patrimonio popolare è garantire la vita alla comunità che lo ha prodotto, e quindi, la vita delle tante persone che hanno sempre cantato e suonato in rima sul nostro territorio, la possiamo riscoprire ridando ai tanti spontaneità e organizzazione. La loro esibizione nella tre giorni della Mostra d’Oltremare ha unito, e non imbalsamato, ha sensibilizzato e aperto a tutti la conoscenza delle tradizioni orali. Avere memoria significa avere cura. La memoria è contenuta nei saperi lenti dei nostri contadini e dei nostri artigiani. Non proteggere questi saperi è da sciocchi. I “suoni di canti”, rappresentano una parte dell’identità della nostra comunità rurale, ne custodiscono una parte cospicua di memoria. I “suoni di canti” ci raccontano tutto questo, ci insegnano a guardare al nostro passato per recuperare un atteggiamento diverso nei confronti della produttività e del nostro agire mentre lavoriamo, mangiamo, interveniamo sul nostro territorio. I suoni e canti parlano di un modo in cui né fretta né spreco erano ammessi, un mondo in cui si aveva tempo e modo di immaginare un futuro, forti del proprio buon senso e delle proprie capacità. La musica era parte viva: guariva, placava, rabboniva, faceva star bene come un buon cibo e serviva soprattutto a fraternizzare e a sentirsi parte di una comunità. Oggi, essa, è sottoposta ai medesimi rischi di globalizzazione ed ecco perché, in parallelo alla tre giorni di Terra Madre Campania, partirà anche l’idea della costruzione di una rete di musica e suoni dal mondo agricolo e pastorale. Lo scopo è aggiungere una nuova maglia alla rete, in una dimensione olistica dove non esiste comunità senza la socialità che la connota. Dunque, ecco ospiti di Terra Madre Campania, i “suoni di canti” di Terra Madre, per offrire un palcoscenico a un mondo di “non professionisti” che appartengono alla vita agricola quanto le comunità di cui sono espressione. Terra Madre Campania ha incontrato i depositari di testimonianza, della memoria, della storia, dell’identità, ha incontrato i cantori e i suonatori, ha parlato con loro. Hanno partecipato all’evento di Napoli le Comunità Sonore dei “suoni di canti” di:
•La Frasca di Bisaccia;
•Comunità Sonora di Carife, Vallesaccarda, San Sossio Baronia, Scampitella;
•Comunità Sonora dei Tre Compari di Bonito Irpino e Scatelle di Melito Irpino;

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