Laceno d’oro, fratelli Taviani: provincia importante per cinema |
Laceno d’oro, fratelli Taviani: provincia importante per cinema
E’ stata una lunga giornata quella di Paolo e Vittorio Taviani ad Avellino. Prima l’incontro in comune con il sindaco di Avellino Giuseppe Galasso, poi la serata di premiazione al cinema teatro Partenio dove i due registi hanno ricevuto il Premio “Camillo Marino” alla carriera. Un vero successo quello del Laceno d’Oro, la rassegna cinematografica che quest’anno ha festeggiato i cinquanta anni. Il festival, nato alla fine degli anni’60 grazie a Giacomo D’Onofrio e Camillo Marino, due intellettuali irpini, è rinato dalle ceneri, all’inizio del duemila, grazie al circolo di cultura cinematografica Immaginazione. I Taviani avevano già vinto il Laceno d’Oro nel 1967 con “I Sovversivi” con i quali trionfarono anche a Venezia. “La provincia puo’ essere un supporto – sottolineano i Taviani – ed un aiuto molto importante per il cinema, laddove il cinema e la cultura non sono messe solo in disparte, ma i protagonisti della cultura sono considerati parassiti da mandare in casa. Trovare invece ad Avellino questo clima di fiducia e di interesse nei confronti del cinema, come ci è già successo in Toscana, ci è di grande aiuto. Per questo ringraziamo il sindaco Galasso e soprattutto il circolo Immaginazione. E’ bello sapere che un festival come il Laceno d’oro dura da cinquant’anni, molte altre rassegne muoiono invece per strada”. L’amore per il cinema e per il neorealismo è il collante tra i Taviani e Camillo Marino. “Marino è stato sempre un sostenitore del neo realismo, e ci chiediamo cosa direbbe ora della produzione di film nel nostro paese. Nonostante un momento di difficoltà, sta mettendo nuove foglie e sta offrendo nuovi frutti. Gomorra è uno di questi. Il cinema continua a dimostrare di voler scavare nella realtà, andare alla ricerca della verità senza perdere la volontà di indignarsi di fronte alla realtà. Fortunatamente tanti giovani autori nostrani stanno continuando su questa strada”. Una battuta sul Sud, protagonista di loro tanti film, è inevitabile. “Abbiamo spesso parlato di Sicilia, con le sue storie vere e forti. Oggi in quella terra c’è un lungo momento di stanchezza, confusione e melanconia. Pensiamo alle tante battaglie contro la mafia che non sono più così forti come in passato, anche per colpa di un governo che non aiuta lo sviluppo della Regione. La Sicilia insomma è matrigna, ma deve tornare ad essere madre”. I due registi sono stati omaggiati anche di un quadro del maestro Ettore De Conciliis, mentre il premio Giacomo D’Onofrio come autore emergente è andato ad Andrea D’Ambrosio, regista di “Beautiful Cauntri”, film che lo ha imposto all’attenzione di pubblico e critica.