Concia, il ministro Rotondi con gli imprenditori

Concia, il ministro Rotondi con gli imprenditori
Nuovo incontro nel pomeriggio di oggi a Roma fra il Ministro Gianfranco Rotondi e l’Unic, unione nazionale industria conciaria. All’appuntamento erano presenti anche il capo di Gabinetto Giorgio Riondino e dal capo dell’Ufficio Legale Emidio Frascione.Rotondi ha ribadito l’impegno del governo per le…

Concia, il ministro Rotondi con gli imprenditori

Nuovo incontro nel pomeriggio di oggi a Roma fra il Ministro Gianfranco Rotondi e l’Unic, unione nazionale industria conciaria. All’appuntamento erano presenti anche il capo di Gabinetto Giorgio Riondino e dal capo dell’Ufficio Legale Emidio Frascione.Rotondi ha ribadito l’impegno del governo per le piccole e medie imprese ed ha assicurato la massima attenzione da parte dei suoi uffici sulle rivendicazioni della categoria, avanzate nei precedenti incontri, già oggetto di un’attività di coordinamento tra i vari dicasteri. Fra le questioni di prioritario interesse sottoposte all’attenzione del Ministro per l’attuazione del programma c’è quella dell’origine italiana del finito. La norma Uni, promossa da Unic, prevede che una pelle finita possa essere definita italiana se il processo qui avvenuto è iniziato perlomeno dalla riconcia. L’impostazione va confermata per la difesa normativa a Bruxelles della nostra origine e la rivendicazione che ogni bene di consumo in pelle indichi in modo trasparente la provenienza del materiale. E poi: la revisione della legge (n. 1112 del 1966) sull’uso dei nomi “pelle/cuoio” e con la tutela dei marchi “vera pelle” e “vero cuoio” come strumento efficace di lotta contro il fenomeno della contraffazione. E poi la questione dell’Iva che ha investito le aziende conciare della valle del Chiampo nel Veneto che sono al centro di una bufera giudiziaria che sarebbe invece riconducibile secondo gli operatori conciari unicamente ad una non omogenea. Le frodi “carosello” sull’iva alterano la concorrenza e hanno sottoposto alcune concerie ad accuse di complicità. I verificatori aggravano la situazione pretendendo la prova dalla conceria contro logica ed equità. Esigono l’indicazione del prezzo normale del grezzo acquistato, pur essendo indefinibile nella realtà commerciale. La soluzione sembra essere la deroga alla norma che definisce i soggetti passivi dell’imposta e al criterio iva di riscossione ad ogni passaggio. Il meccanismo, già applicato altrove (edilizia, componentistica informatica, telefonini), vedrebbe la conceria divenire soggetto passivo al posto dell’interponente (l’intermediario), così divenendo essa stessa garante del versamento. E poi: la difesa del grezzo europeo. L’aggressività attuale dei concorrenti (cinesi, indiani) nell’accaparramento del grezzo continentale, fondamentale nella resa qualitativa finale, ci ha costretto a riprendere le nostre frequenti, ricorrenti azioni verso le autorità comunitarie e nazionali per frenare le pratiche scorrette e per reclamare nuovamente la reciprocità. Un rafforzamento della pressione potrebbe derivare dall’adozione di misure tecniche che ostacolino il trasporto del materiale in aree lontane dal continente.

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