Assemblea SEL, Imbriano: “L’acqua, la crisi, l’Almec che verrà”

Assemblea SEL, Imbriano: “L’acqua, la crisi, l’Almec che verrà”
Questo deve essere stato un anno terribilmente difficile per molti, per troppi. Certamente per quanti vivono avvolti dalle solitudini dei nostri tempi, nelle carceri sovraffollate piuttosto che in un ospedale. Per quei tanti giovani precari che hanno perso il lavoro e non hanno alcun ammortizzatore …

Assemblea SEL, Imbriano: “L’acqua, la crisi, l’Almec che verrà”

Questo deve essere stato un anno terribilmente difficile per molti, per troppi. Certamente per quanti vivono avvolti dalle solitudini dei nostri tempi, nelle carceri sovraffollate piuttosto che in un ospedale. Per quei tanti giovani precari che hanno perso il lavoro e non hanno alcun ammortizzatore a cui aggrapparsi, e per quei ragazzi che sono costretti ad emigrare dall’Irpinia per costruirsi un futuro altrove. Per quei lavoratori a cui la crisi ha tolto ogni certezza, e che tirano avanti una famiglia con i quattro soldi della cassintegrazione o della mobilità. Per tutti quelli che, donne e uomini, giovani o anziani, italiani e migranti, vedono la loro vita con sempre maggiore preoccupazione. E poi penso ai lavoratori e lavoratrici dell’Almec. Per loro, di sicuro, questo Natale deve essere stato amaramente indimenticabile. Né Babbonatale, né il Governo hanno mosso un dito per fargli avere gli stipendi degli ultimi mesi e la loro tredicesima, che ancora non hanno intascato. E non si tratta semplicemente della loro serenità incrinata in questi giorni dedicati al dio consumo, della difficoltà a fronteggiare il mutuo, le bollette e le spese di ogni giorno. Quello che regala notti insonni, alle donne e agli uomini dell’Almec, è il sospetto fondato che un padrone che non ha i soldi per pagare le tredicesime non è neppure in condizione di portare l’azienda fuori dalla crisi e di fare gli opportuni investimenti. I 270 operai e dipendenti dell’Almec stanno già facendo la loro parte, scegliendo in maniera solidale e responsalile la via dei contratti di solidarietà pur di evitare il dramma dei licenziamenti. Ma dov’è l’attenzione della politica? E cosa stanno facendo le Istituzioni per evitare l’ennesimo scippo a danno dei lavoratori del Sud? Vedremo cosa emergerà dal Tavolo convocato in Prefettura per il prossimo 28 dicembre. Ma c’è poco da stare allegri. In questi giorni, le uniche parole di umana speranza e di riscatto sono venute dai Vescovi irpini, che hanno richiamato l’attenzione di tutti noi su temi rilevantissimi: la crisi, la difesa del lavoro, il contrasto alla povertà, la lotta alla camorra, il rischio di mercificazione dell’acqua. Saranno proprio queste le grandi sfide a cui saremo chiamati nel corso del 2010. E dunque molti auguri a tutti noi e all’Irpinia, ne avremo davvero bisogno.

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