Caso Gengaro, la posizione dell’Unione di Centro

Caso Gengaro, la posizione dell’Unione di Centro
Per l’Unione di Centro la rielezione di Antonio Gengaro a presidente del consiglio comunale di Avellino rappresenta di fatto l’affermazione di un metodo sbagliato e dà il segnale chiaro di una evidente confusione politica che si registra all’interno dell’aula di Piazza del Popolo. «Ancora una volta …

Caso Gengaro, la posizione dell’Unione di Centro

Per l’Unione di Centro la rielezione di Antonio Gengaro a presidente del consiglio comunale di Avellino rappresenta di fatto l’affermazione di un metodo sbagliato e dà il segnale chiaro di una evidente confusione politica che si registra all’interno dell’aula di Piazza del Popolo. «Ancora una volta – si legge in una nota – il sindaco Galasso sbaglia metodo. All’atto dell’insediamento, lo scorso 29 luglio, in pubblica seduta di consiglio comunale, il sindaco prese l’impegno di affidare ad un rappresentante dell’opposizione il ruolo di guida del consiglio comunale. Ancora una volta, Galasso non tiene fede alle sue promesse, scegliendo Gengaro che è invece organico al Partito Democratico e alla maggioranza. In occasione, poi, della sua rielezione, ci saremmo aspettati una maggiore condivisione della scelta. Insomma, non saremmo stati aprioristicamente contrari alla scelta di Gengaro, ma ci saremmo aspettati che il sindaco utilizzasse un altro metodo e si sarebbe potuti arrivare così ad una indicazione condivisa. Era un risultato per il quale avevamo dato la nostra piena disponibilità, ma Galasso non ha ritenuto utile condividere la scelta e ha optato per una soluzione che di fatto gli consentisse di tenere unito il gruppo del Pd, cronicamente lacerato». A seguire la valutazione politica. «L’elezione di Gengaro con i voti del PdL – si legge ancora – di fatto sancisce una verità incontrovertibile. Oggi in consiglio comunale c’è una sola forza di opposizione, l’Udc. Siamo l’unico partito che rispetta fino in fondo il ruolo che gli è stato assegnato dagli elettori. Sarà il clima natalizio, ma quello a cui abbiamo assistito ieri in aula è un vero e proprio inciucio tra Galasso, D’Ercole, La Verde e Gengaro. Vederli esultare con toni di trionfo restituisce l’immagine di una politica che ha perso la bussola. Qualora i numeri non fossero stati esaustivi, oggi è chiaro perché sono state perse le elezioni, visto che c’era chi, in alleanza con noi, ha fatto ben oltre che tifare per la sconfitta». Infine, la valutazione più generale. «Anche questo episodio – questa la conclusione – è la conferma di come il bipartitismo sia oggi un sistema destinato a fallire. Pd e PdL rappresentano due gusci vuoti, due contenitori che finiscono per assomigliarsi. Questa vicenda ci serva da esempio per il futuro. Come i vertici nazionali del nostro partito da tempo sostengono, nelle amministrazioni nelle quali siamo forza di governo, avremo come unici interlocutori i presidenti e non i partiti. Di fronte a comportamenti così leggeri e politicamente così poco avveduti, non possiamo fare altro»

SPOT