Crisi, Cisl: un’anno difficile per tutti

Crisi, Cisl: un’anno difficile per tutti
La Cisl di Avellino traccia un bilancio del 2009 e lo fa attraverso una nota giuntaci in redazione, di cui ve ne riportiamo il testo integrale:
“Dall’indagine “Famiglia e soggetti sociali”, condotta dall’Istat e finalizzata a rilevare i comportamenti e gli aspetti più importanti della vita quot…

Crisi, Cisl: un’anno difficile per tutti

La Cisl di Avellino traccia un bilancio del 2009 e lo fa attraverso una nota giuntaci in redazione, di cui ve ne riportiamo il testo integrale:
“Dall’indagine “Famiglia e soggetti sociali”, condotta dall’Istat e finalizzata a rilevare i comportamenti e gli aspetti più importanti della vita quotidiana, si evince una fotografia chiara delle dinamiche familiari e lavorative che investono la società italiana, si analizzano contesti di vita quotidiana dei giovani under 40 e in particolare delle donne, mettendo in risalto alcune criticità strutturali di questi soggetti, sia nella realizzazione professionale e lavorativa, sia nelle difficoltà di creare un proprio nucleo familiare. Dai dati pubblicati nell’indagine si evidenzia che l’entrata al mondo del lavoro si e’ progressivamente spostata verso un’età’ più’ avanzata, anche in conseguenza del prolungamento dei percorsi formativi. L’uscita dalla famiglia di origine, è spesso impedita da motivi di carattere economico come dichiara il  il 47,8% degli intervistati, mentre il 44,8% si confessa più’ ”bamboccione” su un campione di 10 mila soggetti. Tra i maschi la percentuale raggiunge il 53,5%, tra le donne il 41,7%, oltre 12 punti percentuali di differenza. Si esce dalla famiglia di origine in primo luogo per matrimonio (43,7%), poi per esigenze di autonomia e indipendenza (28,1%) e per andare a convivere (11,8%).  I motivi legati al lavoro sono segnalati dall’8,8% dei giovani mentre i motivi di studio dal 5,5%. La graduatoria delle motivazioni di uscita, cambia in funzione del territorio di residenza. Nel Mezzogiorno (57,5%), ma anche nel Centro (39,3%), e’ il matrimonio il primo motivo di uscita. Nel Nord invece, le nozze sono al secondo posto (29,4%), precedute dalle esigenze di autonomia e indipendenza (38,4%). L’uscita per convivenza, che nel Mezzogiorno e’ quasi nulla, e’ più’ elevata nel Nord e nel Centro (rispettivamente, 20% e 17,7%). Inoltre nel Centro si segnalano anche i motivi di studio come fattori rilevanti di uscita dalla famiglia di origine (21,2%). Tra i giovani che nel 2003 avevano indicato l’intenzione di uscire per matrimonio, soltanto il 40% ha lasciato la famiglia di origine. Il 72,1% di costoro ha poi effettivamente contratto matrimonio inoltre le donne in misura superiore agli uomini (il 77,5% a fronte del 67,2%). Invece, tra le persone che avevano dichiarato di voler lasciare la casa dei genitori per andare a convivere, quelle effettivamente uscite sono il 33,5%; meno della metà’ di costoro (il 42,7%) ha poi dato corso all’intenzione.  Molto elaborato anche il tema inerente la genitorialità. Un anno di crisi e di grandi difficoltà vissuto dalle famiglie italiane e da quelle irpine. Una crisi che non ha colpito soltanto il lato economico delle famiglie ma anche quello psicologico delle persone. Aumentano i poveri, le notizie che giungono dal mondo ecclesiastico irpino sono preoccupanti per il crescente numero di persone che vanno a chiedere un pasto alla mensa dei poveri. E’ stato davvero un anno terribile per tutti, per gli 80 mila disoccupati, per i 20 mila precari, per i 6 mila giovani costretti ad emigrare, per i pensionati che sopravvivono con pensioni da fame, per gli 8 mila lavoratori licenziati o in cassa integrazione e mobilità, per i cittadini immigrati che continuamente vengono sottoposti a sfruttamenti e non vedono il riconoscimento dei loro diritti. E poi il ricordo dei 3 lavoratori irpini morti sul lavoro per la mancata applicazione delle leggi sulla sicurezza. Ecco perché è necessario uno sforzo e un impegno straordinario da parte di tutti, maggiore attenzione per chi soffre, maggiore rispetto per la dignità dei lavoratori, solo in questo modo riusciremo a venire fuori da questa crisi in tempi più brevi. La CISL Irpina continuerà in questa provincia a svolgere il proprio ruolo con grande senso di responsabilità e competenza. Siamo consapevoli che il Sindacato rappresenta un vero punto di riferimento per migliaia di persone e pertanto abbiamo una grande responsabilità sociale. Noi siamo pronti a dare il massimo apporto per risollevare le sorti della gente di questa provincia, ma sappiamo che da soli non bastiamo, è necessario un impegno eccezionale da parte di tutti, politici, rappresentanti istituzional, imprese, società civile e religiosa. Soltanto in questo modo possiamo garantire al popolo irpino per il 2010 più certezze e meno illusioni!”

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