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Adc, Filomena: “Alle regionali serve una vera svolta” |
Adc, Filomena: “Alle regionali serve una vera svolta”
“Tra i principali quesiti di chi si impegna in politica, con sincera passione e spirito di servizio, vi è certamente, quello di riuscire a comprendere come sia possibile recuperare la credibilità della politica e la fiducia dell’opinione pubblica. L’analisi dei fatti accaduti e mancati, nell’arco temporale degli ultimi dieci anni in Campania, ci dimostra come tale impresa possa risultare certamente difficile e quasi impossibile per un centrosinistra ormai logorato da un’attività politica ridotta a mera gestione del potere, difficile ma non parimenti impossibile invece per un centrodestra che dovrebbe avere maggiori possibilità nel riuscire a proporre agli elettori un programma credibile ed un nuovo modello di governo regionale”. Così in una nota Vincenzo Filomena, presidente provinciale di Alleanza di centro. “Il cambiamento della Campania – aggiunge – non può non dipendere dalla validità e portata innovativa del progetto politico che si è capaci di proporre ai cittadini della nostra regione. La politica è chiamata quindi, ancora una volta, a dimostrare di sapersi rinnovare per cercare di espletare meglio la propria funzione ovvero rispondere più efficacemente e velocemente alle istanze dei territori”. “La buona politica, alla quale Alleanza di Centro vuole appartenere, – conclude Filomena – buona non solo nella predica ma anche nella pratica, dovrebbe essere quella di lavorare per assicurare, nella chiarezza dei ruoli, un buon governo ed una buona opposizione in seno al prossimo Consiglio della Regione Campania. E’ ovvio che le probabilità che ciò possa accadere aumentino, in maniera esponenziale, nel momento in cui tutte le forze politiche in competizione impegnino, in questa impresa, la migliore classe dirigente di cui dispongono. Il partito dell’Alleanza di Centro dell’on. Pionati risulta particolarmente impegnato in questa battaglia politica per il cambiamento del governo regionale, convinti come siamo di non voler assolutamente contribuire alla sopravvivenza di un ceto politico “prenditore” legato a logiche di convenienza personale ed incline alla mera conservazione del potere acquisito”.
