Depurazione, gli imprenditori vogliono l’impianto solofrano

Depurazione, gli imprenditori vogliono l’impianto solofrano
Le associazioni di categoria degli imprenditori hanno pronta la loro proposta di gestione. Punto centrale della proposta è l’articolo 124 del decreto legislativo 152 del 2006 recante norme in materia ambientale. L’articolo 124 attinente il rilascio dell’autorizzazione allo scarico contiene un passag…

Depurazione, gli imprenditori vogliono l’impianto solofrano

Le associazioni di categoria degli imprenditori hanno pronta la loro proposta di gestione. Punto centrale della proposta è l’articolo 124 del decreto legislativo 152 del 2006 recante norme in materia ambientale. L’articolo 124 attinente il rilascio dell’autorizzazione allo scarico contiene un passaggio che ha attirato l’attenzione dei consulenti degli imprenditori: “Ove uno o più stabilimenti conferiscano ad un terzo soggetto, titolare dello scarico finale, le acque reflue provenienti dalle loro attività, oppure qualora tra più stabilimenti sia costituito un consorzio per l’effettuazione in comune dello scarico delle acque reflue provenienti dalle attività dei consorziati (…)”. Questo dunque il punto di partenza, la pezza d’appoggio normativa a partire dalla quale gli imprenditori sono intenzionati a partire per argomentare la loro richiesta di affidare la gestione del complesso depurativo ad un consorzio di imprese. Dal punto di vista tecnico l’ impianto di Solofra riceve attualmente solo gli scarichi degli insediamenti conciari e pertanto è un impianto esclusivamente industriale, in seguito al potenziamento con fasi biologiche e terziarie ha rendimenti depurativi superiori al 90% e produce un effluente che è mediamente in norma con i limiti di scarico fissati dal Dlgs 152/06 per lo scarico in fognatura. Il superamento di tali limiti avviene non molto frequentemente soltanto per alcuni parametri che sono derogabili e quindi accettabili in pubblica fognatura, solo cloruri e solfati (ancora parametri sempre derogabili) sono generalmente superiori a tali limiti. In pratica i conciatori sostengono che rispetto al solo impianto di Solofra “si è di fronte ad un insediamento produttivo allacciato alla pubblica fognatura, peraltro lungo il collettore tra Solofra e Mercato S. Severino vi sono anche altri allacciamenti di acque reflue urbane”. In definitiva “l’ impianto di Solofra sia giuridicamente che tecnicamente è un impianto industriale allacciato alla pubblica fognatura”. “Il polo conciario direttamente od indirettamente ha sviluppato un know-how altamente specialistico e dedicato per cui appare assurdo tenere all’ esterno della gestione dell’ impianto tali competenze. Gli utenti industriali costituiti dalle aziende conciarie hanno due interessi concorrenti fortissimi che nessuna altra struttura può avere. Hanno bisogno di un impianto di depurazione efficiente in quanto essendo loro i responsabili degli scarichi possono subire le conseguenze di eventuali disfunzioni non solo sotto il profilo penale ma anche sul piano economico con la impossibilità di raggiungere le certificazioni ambientali oggi particolarmente importanti per ottenere un prodotto concorrenziale. Il secondo grande obiettivo è quello di contenere al massimo i costi, cosa che non può per forza di cose essere l’ obiettivo di una azienda terza. I conciatori , in quanto anche utenti , non avrebbero fini di lucro , cosa che altre aziende non possono fare, e soprattutto avrebbero un grande interesse a spingere in ricerca e sperimentazione al fine di migliorare i rendimenti depurativi abbattendo ulteriormente i costi. Tutto questo insieme di ragioni non può non far propendere per una gestione diretta dei conciatori dell’ impianto di Solofra. Si tratterebbe del primo passo per incentivare una ripresa economica dell’ area, ed in questo senso i conciatori chiedono di poter ricevere in comodato l’ impianto per la sua gestione diretta, e si ritiene che la Regione debba accogliere tale proposta come contributo allo sviluppo ed alla ripresa del polo conciario di Solofra”.

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