Giudice di pace, c’è uno spiraglio per i dipendenti

Giudice di pace, c’è uno spiraglio per i dipendenti
Dopo oltre un mese di proteste e mobilitazioni si apre, finalmente, uno spiraglio nella vicenda che sta interessando l’Ufficio del Giudice di Pace di Avellino sorta all’indomani del provvedimento del Presidente del Tribunale che disponeva il ritorno ai comuni di provenienza, dopo quasi dieci anni di…

Giudice di pace, c’è uno spiraglio per i dipendenti

Dopo oltre un mese di proteste e mobilitazioni si apre, finalmente, uno spiraglio nella vicenda che sta interessando l’Ufficio del Giudice di Pace di Avellino sorta all’indomani del provvedimento del Presidente del Tribunale che disponeva il ritorno ai comuni di provenienza, dopo quasi dieci anni di servizio, di 11 unità di personale di cancelleria appartenenti ai soppressi uffici di conciliazione. Tale disposizione, fortemente sollecitata dalla Direzione Generale del Ministero della Giustizia, aveva immediatamente sollevato malumori nel personale interessato e forti preoccupazioni nella classe forense irpina, nei magistrati onorari e nella Coordinatrice dell’Ufficio del Giudice di Pace, consapevoli del grave pregiudizio arrecato alle attività giudiziarie e dei conseguenti inevitabili disservizi che, puntualmente, hanno già iniziato ad avvertirsi dal 29 gennaio, quando i primi due cancellieri hanno dovuto far ritorno ai Comuni di appartenenza. Sostanzialmente il Ministero della Giustizia, attraverso la Direzione Generale, aveva disposto la chiusura e la morte dell’Ufficio del Giudice di Pace di Avellino che da ufficio giudiziario modello sarebbe divenuto uno dei tanti uffici in cui la domanda di giustizia del cittadino rimane mortificata e disattesa. Appariva non poco strano che mentre da un lato si tende a rafforzare la figura del Giudice di Pace, con l’attribuzione di nuove competenze, dall’altro si mira a ridurne la funzionalità e l’efficienza privandolo delle già poche risorse assegnate. E’ innegabile ed è da tutti (giudici di pace, avvocatura, utenti, ecc.) riconosciuta l’assoluta indispensabilità del personale comunale comandato il cui “ridimensionamento” avrebbe costituito un grave pregiudizio per “l’amministrazione della giustizia” e per l’esistenza stessa dell’Ufficio del Giudice di Pace di Avellino. La mobilitazione avviata in questo periodo ha indotto il Presidente del Tribunale di Avellino a rivedere il proprio provvedimento, confortato da indicazioni ministeriali meno intransigenti e che hanno ribadito che ogni valutazione sull’utilizzo del personale comunale ai sensi della normativa vigente spetta al Tribunale. Pertanto, con proprio decreto n° 39/2010 del 3/2/2010, il Presidente del Tribunale, dott. Massimo Amodio, ha revocato il precedente provvedimento negativo ed ha disposto una proroga temporanea del personale comunale comandato fino alla data del 1° giugno 2010 riservandosi di decidere unitariamente, a quella data, in ordine all’intera questione. In tale contesto è risultato assolutamente decisivo l’impegno dell’on.le Marco Pugliese che da subito si è mostrato estremamente sensibile ad una tematica che investe direttamente il territorio della Provincia di Avellino e di cui, a livello nazionale, si era già occupato nel mese di giugno 2009, tanto da presentare una specifica proposta di legge insieme ai deputati Bernardo e Pagano recante “Disposizioni per l’immissione dei dipendenti degli enti locali comandati presso gli uffici dei giudici di pace nei ruoli del personale della Giustizia”. L’onorevole Pugliese ha seguito la situazione con molto interesse ed impegno intervenendo direttamente presso lo stesso Ministro della Giustizia e presso i competenti uffici ministeriali affinchè la vicenda venisse valutata con molta attenzione anche alla luce della proposta legislativa presentata e largamente condivisa dagli esponenti di governo e che mira a rendere definitivo il contributo professionale di circa duemila lavoratori al sistema giustizia. Al riguardo ha avuto ed ha fornito rassicurazioni garantendo che la norma proposta seguirà un iter legislativo più celere magari attraverso la proposizione nel primo decreto utile sulla Giustizia. Sottolineamo l’impegno dell’on.le Pugliese che dimostra il suo radicamento nel territorio e la sensibilità per problemi che investono la collettività e che possono costituire un pericolo per il funzionamento delle istituzioni locali al di là delle appartenenze politiche. Nel nostro caso non si è trattato di difendere interessi personali o posizioni politiche di destra o di sinistra, ma si è trattato di difendere e tutelare una Istituzione Pubblica della nostra Provincia, assai vicina alla domanda di giustizia dei cittadini, che correva il serio rischio di scomparire. Tanta la solidarietà che abbiamo ricevuto anche da parte di alcuni esponenti politici locali, di ambedue gli schieramenti, nonché dall’autorevole intervento del Presidente Mancino. Spiace dover evidenziare che analogo interesse, nemmeno a livello di solidarietà, non sia venuto dalle istituzioni locali, Provincia e Comune, benché ufficialmente investite della vicenda. E’ la conferma che le beghe politiche in cui da tempo navigano le nostre amministrazione hanno sempre la meglio sui veri problemi dei cittadini. Siamo consapevoli che la questione è solamente rinviata, ma siamo anche sufficientemente soddisfatti perchè il problema è stato finalmente inquadrato in termini più corretti e sono stati scongiurati provvedimenti irreversibili e dannosi per la funzionalità e l’efficienza dell’Ufficio del Giudice di Pace di Avellino. Confidiamo in una soluzione definitiva che non vanifichi l’esperienza lavorativa prestata, con impegno e serietà, a servizio dell’amministrazione giudiziaria sin dal lontano 2001 e non mortifichi la professionalità specifica acquisita per l’attività svolta che è divenuta cruciale per il regolare funzionamento dell’Ufficio. Desideriamo, altresì, ringraziare pubblicamente il Giudice Coordinatore dott.ssa Vincenzina Battista per la tenacia e lo spirito battagliero con il quale ha difeso l’istituzione giudiziaria da Lei degnamente rappresentata, il Presidente del Tribunale di Avellino dott. Massimo Amodio per essere rimasto aperto ad ogni confronto, il Presidente avv. Edoardo Volino per l’incisività delle azioni assunte dal Consiglio dell’Ordine Forense, i magistrati onorari dell’Ufficio Giudice di Pace ed il Prefetto di Avellino per la sensibilità e l’interesse dimostrato.

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