Serino, vivevano in venti in una casa

Serino, vivevano in venti in una casa
Nella giornata di ieri, i carabinieri di Serino hanno effettuato un servizio dedicato al controllo degli stranieri in una zona del centro abitato che vede la massima concentrazione di popolazione di nazionalità rumena. Giunti in via Roberto, i militari hanno fatto accesso all’interno di un appartame…

Serino, vivevano in venti in una casa

Nella giornata di ieri, i carabinieri di Serino hanno effettuato un servizio dedicato al controllo degli stranieri in una zona del centro abitato che vede la massima concentrazione di popolazione di nazionalità rumena. Giunti in via Roberto, i militari hanno fatto accesso all’interno di un appartamento che dagli atti risultava abitato da una famiglia rumena, e concesso loro in affitto da una anziana donna del posto. All’ingresso nell’abitazione, però, a fronte dell’unico nucleo familiare che doveva essere presente nella casa, i carabinieri hanno trovato ben 20 persone, tutte stipate in quegli unici 110 mq. Tutte e 20 le persone erano di nazionalità rumena e corrispondevano a ben 5 nuclei familiari diversi. Inutile dire che visto il super affollamento della casa, le condizioni igienico-sanitarie erano davvero precarie. I militari hanno perciò dovuto chiamare sul posto anche i tecnici dell’ASL di Avellino, per verificare tutto ciò e redigere un loro rapporto sanitario da destinare alle autorità amministrative competenti. Generalizzati tutti i cittadini rumeni, molti dei quali minori, i militari hanno constatato che quasi tutti erano pregiudicati per reati connessi con la mendicità e lo sfruttamento dei minori nell’accattonaggio. Inoltre, approfondendo gli accertamenti proprio su quei minori, è emerso che due di loro, due bambine di 10 e 11 anni, non avevano mai frequentato la scuola, e i militari hanno quindi denunciato i rispettivi genitori, tutti tra i 27 e i 35 anni, per mancato adempimento del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione e per inosservanza dell’obbligo dell’istruzione obbligatoria dei minori. Approfondendo poi gli accertamenti sull’appartamento occupato da questi stranieri, i militari operanti hanno appurato che lo stesso, di proprietà di una signora ultrasettantenne di Serino, era stato da quella locato, per intermediazione di un’agenzia immobiliare, ad uno solo dei capofamiglia presenti in casa, e cioè proprio a quel 39enne rumeno che risultava già agli atti quali affittuario dell’abitazione. Quest’ultimo però, subaffittava le stanze della casa ai suoi connazionali, dividendo così le spese dell’affitto tra tutti e 5 i nuclei familiari. Sulla base di ciò, una prima sanzione amministrativa è stata elevata e notificata proprio a questo straniero, responsabile di aver dato alloggio, cedendo in fitto o godimento, parte dell’immobile a diversi cittadini stranieri senza darne comunicazione all’autorità di pubblica sicurezza nelle 48 ore previste dalla legge. Ma anche l’anziana proprietaria dell’abitazione si è vista notificata una sanzione amministrativa, perché, anche se aveva fatto la regolare comunicazione all’autorità di pubblica sicurezza del fatto che dava alloggio a cittadini stranieri e che pagasse regolarmente l’ICI, al catasto l’abitazione controllata dai Carabinieri, di fatto non esisteva. Infatti, agli atti del catasto la casa era stata demolita a seguito dell’erogazione dei buoni contributivi per il terremoto e, benché ricostruita, non era mai stata nuovamente accatastata. Per questo fatto, la donna aveva dato in affitto un’abitazione priva del certificato di agibilità e della dichiarazione di conformità degli impianti, circostanza che prevede appunto l’irrogazione di una sanzione amministrativa fino a quasi 500 euro.

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