Contributi editoria, De Luca firma ordine del giorno

Contributi editoria, De Luca firma ordine del giorno
Enzo De Luca in prima linea per difendere il pluralismo dell’informazione e sostenere i mezzi di comunicazione locali. Il senatore del Partito Democratico è tra i primi firmatari, insieme al senatore Vincenzo Maria Vita, dell’ordine del giorno presentato ieri dal gruppo Pd al Senato e votato all’una…

Contributi editoria, De Luca firma ordine del giorno

Enzo De Luca in prima linea per difendere il pluralismo dell’informazione e sostenere i mezzi di comunicazione locali. Il senatore del Partito Democratico è tra i primi firmatari, insieme al senatore Vincenzo Maria Vita, dell’ordine del giorno presentato ieri dal gruppo Pd al Senato e votato all’unanimità nell’ambito della discussione per la conversione in legge del cosiddetto “decreto milleproroghe”. Con l’odg, De Luca e i senatori del Pd che lo hanno firmato hanno ottenuto che il Governo si impegni su tre fronti importanti, esclusi dal “milleproroghe”: garantire l’erogazione integrale dei contributi ai quotidiani italiani editi e diffusi all’estero e ai quotidiani editi dalle associazioni dei consumatori rimuovendo il limite del 50 per cento previsto nel decreto; prevedere l’inclusione delle imprese di radiodiffusione sonora e televisiva di carattere locale fra i beneficiari dei contributi per il 2009 e gli anni successivi; prevedere che agli eventuali maggiori oneri derivanti dall’erogazione dei contributi per l’editoria relativi al 2009 e al 2010 si provveda con apposite risorse individuate dal Ministro dell’Economia e delle Finanze e non con i fondi stanziati in Finanziaria per il servizio civile. “Il Governo ha deciso di ripristinare i contributi all’editoria, che erano stati tagliati dalla Finanziaria, ma le eccezioni previste destano molte perplessità – spiega De Luca – specie per quel che riguarda l’informazione locale. Di qui la decisione di intervenire per impegnare concretamente il Governo per recuperare queste esclusioni che rischiano di produrre effetti negativi sulla stabilità economica di tutte le imprese estromesse dalla destinazione dei fondi e limitare il pluralismo dell’informazione, valore essenziale per la democrazia, che va salvaguardato e difeso da ogni tentativo di restrizione”.

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