Era stato licenziato in tronco, riottiene il lavoro

Era stato licenziato in tronco, riottiene il lavoro
Graziano Adolfo, avellinese di 58 anni, dipendente della ENI spa, in servizio presso la sede di Napoli come addetto alla fatturazione telematica, era stato licenziato in tronco il 31 ottobre scorso perché ritenuto responsabile di aver falsificato documenti aziendali al fine di conseguire illecitamen…

Era stato licenziato in tronco, riottiene il lavoro

Graziano Adolfo, avellinese di 58 anni, dipendente della ENI spa, in servizio presso la sede di Napoli come addetto alla fatturazione telematica, era stato licenziato in tronco il 31 ottobre scorso perché ritenuto responsabile di aver falsificato documenti aziendali al fine di conseguire illecitamente l’erogazione di un prestito da parte di una delle società finanziarie che operano sempre più numerose sul territorio.
Il Graziano, che si era sempre proclamato estraneo alla vicenda, assistito dagli avvocati Bruno e Iacobelli ha fatto ricorso, in via d’urgenza (art. 700 CPC), al Tribunale del Lavoro di Napoli, ribadendo l’assoluta infondatezza delle accuse che gli erano state rivolte e chiedendo la reintegra nel posto di lavoro.
A riprova, ha prodotto in giudizio addirittura una perizia calligrafica a firma della dott.ssa Silvana Iuliano, da cui emergeva che le firme apposte su tutta la documentazione che il lavoratore – a dire dell’azienda- avrebbe contraffatto non provenivano dalla mano del lavoratore e, come tali, erano apocrife.
Il Giudice del Lavoro, dott.ssa Francesca Alfano, dopo solo due udienze, all’esito della discussione dell’avv. Rocco Bruno, della CISL di Avellino, che ha dimostrato l’estraneità del lavoratore ai fatti contestati e la assoluta inidoneità della documentazione a giustificare l’atto di recesso, si è pronunciata con tempestività, e, dichiarato illegittimo il licenziamento, ha disposto la conseguente reintegrazione nel posto del dipendente, in applicazione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. “Il provvedimento del magistrato del lavoro – sottolinea la Cisl di Avellino – si segnala non solo per la corretta applicazione dei principi di diritto in materia di prova documentale, ma soprattutto per tempestività: in epoca in cui le ragioni vitali dei lavoratori subiscono pregiudizi irreparabili per il cronico ritardo della giusitizia e soprattutto per le continue modifiche normative che ne affievoliscono le tutele, il rimedio dell’art. 18 appare attuale ed efficace”.
Proprio ieri il Senato ha approvato il DDL 1167-B che, modificando tra l’altro la disciplina in materia di impugnativa di licenziamento, di fatto mira ad aggirare l’art. 18 della L. 300 del ’70, attraverso l’introduzione della figura dell’arbitro in alternativa a quella del Giudice del Lavoro.

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