Di Pietro dice no a decreti salva liste

Di Pietro dice no a decreti salva liste
“Senza regole del gioco la maggioranza potrebbe fare un decreto per dire di aver vinto le elezioni anche nelle regioni in cui ha perso”. E’ il paradosso al quale ricorre il leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, commentando l’ipotesi che il governo emani un decreto legge per poter rimed…

Di Pietro dice no a decreti salva liste

“Senza regole del gioco la maggioranza potrebbe fare un decreto per dire di aver vinto le elezioni anche nelle regioni in cui ha perso”. E’ il paradosso al quale ricorre il leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, commentando l’ipotesi che il governo emani un decreto legge per poter rimediare al caos delle liste del centrodestra escluse dalle regionali. L’ex pm, che nel pomeriggio oltre ad Avellino ha toccato diverse località della Campania, sottolinea come in Italia, da cinquant’anni, in ogni comune ci sia sempre “qualche lista che è stata esclusa, non è accaduto solo quest’anno. Perchè solo questa volta, e in riferimento solo a questa lista – si chiede Di Pietro – si deve fare una legge apposita?”. Di Pietro racconta che a Santa Anastasia, comune del napoletano, un timbro non impresso ha pregiudicato la presentazione della lista dell’Idv. Ma anche un timbro, osserva, “non è un formalismo, ma un rispetto delle regole del gioco. Violare questo principio di legalità – prosegue – significherebbe creare un precedente enorme”. In merito, poi, al caso specifico della lista del Pdl della provincia di Roma che appoggia il candidato presidente Renata Polverini, il leder dell’Italia dei valori conclude: “Mi auguro che si tratti di errori scusabili e che il Tar e i successivi gradi dei tribunali amministrativi possano rivedere la propria posizione. Se si tratta, invece, di errori inescusabili, come la mancata presentazione di una lista da parte di una forza politica, questo non può essere sanato da un provvedimento ex post, altrimenti domani ogni cittadino può presentare una propria lista anche se non ha rispettato le regole del gioco. Così diventeremo un paese non credibile totalmente sul piano del diritto”.

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