Quale donna non si è lasciata tentare, almeno una volta nella vita, dal desiderio di avere le unghie sempre perfette, smaltate e curate. E senza dubbio in questo senso la soluzione più efficace e veloce è rappresentata dalla manicure semi-permanente, ovvero quella tecnica che consente di ottenere unghie belle e perfettamente tinte, nascondendo ogni forma di inestetismo, per una durata davvero impressionante.
Dimenticando la noia di dover sempre ricorrere ai “ritocchini” casalinghi o di doversi recare costantemente dall’estetista di fiducia per poter mostrare mani presentabili. Fin qui solo vantaggi.
L’unico inconveniente, infatti, risulterebbe il metodo di fissaggio del gel, ovvero la lampada a raggi Uva sotto la quale posizionare le proprie mani.
Nonostante la durata dell’esposizione sia breve, è nuovamente scattato l’allarme tra gli specialisti di dermatologia d’Oltreoceano legato all’intensità dei raggi stessi (non è la prima volta, infatti, che si discute di questi rischi).
Dal convegno annuale dell’ “American Academy of Dermatology” a Orlando, in Florida è emerso che basterebbero solo dodici applicazioni con lampade per smalto semipermanente per provocare gravi danni al Dna. Conseguenza di ciò, una maggiore probabilità di sviluppare un tumore. I raggi Uva, infatti, riescono a penetrare in profondità e sono responsabili del fotoinvecchiamento (provocando rughe, macchie, capillari) ma soprattutto aumentano il rischio di sviluppare il cancro della pelle.
Quindi croce nera sulla manicure semi-permanente?
La risposta fornita dai dermatologi non è tanto drastica. Secondo Chris Adigun, dermatologa del “The Dermatology & Laser Center” of Chapel Hill, basterebbe infatti solo adoperare qualche importante accorgimento ogni volta che si decida di effettuare il trattamento. Se la crema protettiva contro i raggi Uva non viene giudicata sufficiente, un paio di guanti tagliati in modo da lasciare scoperte solo le unghie (ideali quelli con tessuto con protezione solare SPF50) rappresenterebbero invece una soluzione più efficace. Come per ogni cosa, infine, conta il buon senso, lasciando il dovuto intervallo di tempo tra un trattamento e un altro.