“Dopo il crollo del viadotto ad Ancona, chiederemo il commissariamento della Società Autostrade”: lo hanno annunciato i familiari delle vittime che erano a bordo dell’autobus precipitato sul viadotto Acqualonga di Monteforte Irpino, lungo l’autostrada A16 nel tratto da Avellino e Baiano.
Una reazione rabbiosa dopo avere ascoltato la relazione dei quattro superperiti incaricati dalla Procura di Avellino per dare una risposta circa la struttura. Dopo una serie di considerazioni del tipo che “pur essendo conforme alle prescrizioni normative vigenti all’epoca dell’installazione”, in sintesi è stato detto: “Se le barriere fosse state efficienti il bus non sarebbe caduto. A determinare il crollo del New Jersey è stata l’assenza di manutenzione“.
E l’interrogativo che si pongono tantissimi automobilisti, adesso, è il seguente: ma su quali autostrade circoliamo? Quel tratto della A16 tra Avellino e Baiano è diventato pericoloso ma solo dopo quel tragico incidente del 28 luglio del 2013 in cui persero la vita 40 persone tanto è vero che è stato fissato un limite di velocità di 80 kmh con autovelox che stanno facendo migliaia di multe con estrema facilità (ma il giudice di pace le sta annullando…) poiché diventa ancora più difficile guidare in discesa, in autostrada, mantenendo quella bassa velocità.
Un altro interrogativo che potranno porsi quanti sono rimasti scossi dal crollo del cavalcavia della A14 in provincia di Ancona: chi pagherà per quanto accaduto? Saranno individuati i veri responsabili? La Procura della Repubblica di Avellino ha avviato una severa inchiesta e, nonostante l’ottimo lavoro svolto, i tempi si stanno dilatando secondo le abitudini della giustizia italiana. Sono trascorsi quasi quattro anni e il processo di primo grado non si è ancora concluso.