La serie cult di Rai 1 “I bastardi di Pizzofalcone”, oltre a riscuotere enormi consensi di pubblico, ha anche focalizzato l’attenzione dell’Italia intera sulla città di Napoli, sui suoi luoghi e splendidi paesaggi.
Ispirata ai libri dello scrittore napoletano di romanzi gialli Maurizio de Giovanni e interpretata da Alessandro Gassmann, la fortunata serie televisiva è stata girata interamente a Napoli e nei suoi stretti dintorni, quasi a creare una sorta di giro turistico del capoluogo campano attraverso i suoi luoghi più rappresentativi.
Le riprese, che si sono svolte a Napoli tra il 2015 e il 2016, hanno interessato tante diverse location.
A partire dal lungomare di Mergellina, a Piazza del Gesù Nuovo, da Largo Tarsia e Piazza Dante, al complesso universitario di Monte Sant’Angelo, dalla Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi all’ex lanificio a Santa Caterina a Formiello. Chi ha seguito la fiction, e si è appassionato ai protagonisti, sarà curioso di sapere che l’ispettore Giuseppe Lojacono (Gassmann) abita a Largo Sellaria, mentre la PM Laura Piras (Carolina Crescentini) abita invece a Posillipo a Villa Gallotti (sempre Posillipo è la zona in cui è presente anche Palazzo Donn’Anna, sfondo della foto). Gli edifici moderni che si sono visti spesso inquadrati appartengono invece all’isola F del Centro Direzionale, dove è presente la Skyline napoletana ideata dall’architetto giapponese Kenzo Tange.
Ci sono poi tante riprese che hanno come sfondo i tipici vicoli partenopei. Si tratta di quelli che si snodano tra San Gregorio Armeno, San Biagio dei Librai, nei Quartieri Spagnoli e il Pallonetto, che diede i natali a personaggi come Luciano De Crescenzo e Massimo Ranieri.
Il commissariato (un po’ il fulcro della serie poliziesca), infine, è molto vicino a quello reale napoletano e trova posto nel Palazzo Carafa di Santa Severina, in via Egiziaca a Pizzofalcone 44. Ecco svelato il perché del nome “Pizzofalcone”, che altro non è che la collina nota anche come Monte di Dio facente parte del quartiere San Ferdinando e situata tra Chiaia, Chiatamone e borgo Santa Lucia. Il suo nome risale al Duecento e si deve a re Carlo I d’Angiò che lì usava praticare la caccia al falcone.
Ma il tour virtuale di Napoli non finisce con la fine della prima serie, in quanto è già da tempo stata confermata la messa in onda della seconda nella primavera del 2018.