Confermate le anticipazioni apparse ieri su “irpiniaoggi.it”: c’è la possibilità che possa saltare il processo che vede coinvolti i calciatori dell’Avellino della stagione 2013-14 e la stessa società, per la quale sono stati chiesti 7 punti di penalizzazione.
Il tutto è ben spiegato nel resoconto dell’udienza svoltasi a Roma dinanzi al tribunale Federale Nazionale, pubblicato sul “Corriere dello Sport” di oggi e che qui riportiamo per offrire chiarezza ai nostri lettori.
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Clamoroso colpo di scena al processo per calcio-scommesse in corso a Roma che potrebbe addirittura determinare l’improcedibilità del giudizio e scagionare tutti gli imputati coinvolti, tra i quali il nazionale del Genoa Armando Izzo, accompagnato a Roma dall’ad del club ligure Alessandro Zarbano. Aggiornato al 7 aprile dopo la prima udienza, al termine della quale il Tribunale Federale Nazionale aveva concesso ulteriore tempo alle difese al seguito dell’acquisizione di nuovi atti provenienti dalla Procura della Repubblica di Napoli, ieri si è conclusa la fase dibattimentale caratterizzata da una incredibile e forse sostanziale novità.
PROCESSO PER COMBINE. Il processo era scaturito, come si ricorderà, dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, dopo il tentativo di combine di due gare del campionato di calcio di Serie B 2013-2014, più precisamente Modena-Avellino (1-0) e Avellino-Reggina (3-0). Tra i deferiti erano entrati – come noto – alcuni importanti tesserati del club irpino all’epoca dei fatti. La posizione più delicata era quella del calciatore del Genoa, ed ex difensore azzurro, Armando Izzo, accusato insieme con Millesi e Peccarisi, e con tale Pini, addirittura di due illeciti sportivi. Coinvolto nello stesso procedimento anche il difensore del Cagliari Fabio Pisacane, già protagonista di una clamorosa denuncia che aveva contribuito a sventare l’alterazione di una importante gara di calcio di Lega Pro e in seguito a tale gesto coraggioso era stato premiato dal Coni e dalla Fifa come esempio di lealtà e probità sportiva. Presente al processo il presidente del club sardo Tommaso Giulini. Inoltre, nello stesso procedimento, sono stati coinvolti anche il centrocampista, oggi alla Spal, Mariano Arini, l’attaccante dell’Avellino Luigi Castaldo e l’ex irpino Raffaele Biancolino, non più in attività: tutti implicati per omessa denuncia, al pari del presidente dell’Avellino Walter Taccone che ieri si è difeso in aula con una deposizione spontanea abbastanza commovente.
ECCEZIONE PRELIMINARE. Il colpo di scena c’è stato quando i legali dell’Avellino hanno sollevato un’eccezione preliminare che ha sorpreso lo stesso collegio giudicante presieduto da Cesare Mastrocola, nonché i rappresentanti della stessa Procura Federale, coordinati dal procuratore aggiunto vicario Gioacchino Tornatore. Il fulcro dell’eccezione, formulata dal giurista sportivo napoletano Eduardo Chiacchio e dai colleghi Michele Cozzone e Monica Fiorillo, riguarda l’inosservanza della perentorietà dei termini procedurali e si regge su una recentissima sentenza di fine marzo del Collegio di Garanzia del Coni per una controversia con la Federazione Italiana Tennis. In quella circostanza il massimo organo giudicante di giustizia sportiva aveva dichiarato estinto il procedimento in quanto non erano stati rispettati i termini perentori, finiti oltre i giorni prescritti dal Codice di Giustizia Sportivo della Fit e del Coni. Analogamente, secondo la difesa dell’Avellino, il principio dovrebbe essere adottato anche in questo procedimento. Se il teorema Chiacchio venisse accolto, l’intero processo sarebbe invalidato e lo stesso genoano Izzo verrebbe clamorosamente prosciolto, nonostante la gravità delle accuse per le quali la Procura federale ha chiesto la preclusione, una pena che va oltre la radiazione e che stroncherebbe di fatto la carriera del giovane calciatore napoletano impossibilitato finanche a chiedere la grazia. Ma ora una via d’uscita c’è. La sentenza è attesa per la prossima settimana.